Lecco ricorda gli operai deportati per gli scioperi del ’44

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LECCO – Ventisei operai deportati nei campi di concentramento nazisti per aver scioperato: sono trascorsi 72 anni ma la città non vuole dimenticare quel triste 7 marzo del 1944. A seguito della deportazione diciannove operai lecchesi persero la vita. Gli altri, sopravvissero. Pino Galbani, uno dei ventisei operai deportati quel giorno, è l’ultimo testimone in vita, e come ogni anno non manca di presenziare alla cerimonia in ricordo di quegli operai, suoi compagni, organizzata dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil di Lecco.

 

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Rappresentanti delle associazioni e dei sindacati insieme alle autorità civili, militari e religiose della città si sono così ritrovati come da tradizione presso il Parco 7 marzo 1944 di Corso Matteotti, dove si è tenuto il primo momento di commemorazione. “Oggi è necessario fare memoria e tenere teso il filo che lega i popoli non abbassando la guardia contro tutti i razzismi, senza dimenticare che ogni conflitto che si nasconde dietro ad una religione ripropone al genere umano una pagina tra le più brutte della storia: quel dramma che è stata la Shoa” ha detto il segretario generale della Cisl Monza Brianza Lecco, Marco Viganò. “Oggi siamo qui a fare memoria di quei tragici fatti del 1944 che sconvolsero la comunità lecchese. Proviamo a tenere presente davanti agli occhi il destino di quei lavoratori deportati, percepire le loro paure, il dolore, la disperazione. Lo dobbiamo fare per non dimenticarli, ma farne memoria non vuol dire solo avere un loro ricordo”.

 

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Pino Galbani davanti alla lapide dei caduti di Via Castagnera

 

 

In seguito il corteo si è spostato in via Castagnera, per omaggiare la lapide ai caduti: dopo alcuni minuti di silenzio è stato un commosso Pino Galbani ad avvicinarsi alla lapide, ricordando i compagni di lavoro che persero la vita durante la deportazione.

 

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La cerimonia si è conclusa presso l’Aula Magna dell’Istituto Bovara, dove si sono alternati gli interventi di alcuni relatori e il racconto di Pino Galbani.

 

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Di seguito i nomi dei ventisei operai e operaie lecchesi deportati a seguito degli scioperi del 7 marzo 1944:

Aldeghi Angelo, Aondio Regina, Berera Carmine, Casati Emma, Cedro Antonio, Cesana Isaia, Conti Giacomo Antonio, Funes Lino, Galbani Giuseppe “Pino”, Ghisleni Ernesto, Goretti Filippo, Invernizzi Luigi Carlo, Mazzucotelli Giuseppe, Milani Pietro, Molinari Annibale, Missaglia Elisa, Monti Antonietta, Piazza Giuseppe, Riva Angelo, Rusconi Antonio, Sangiorgio Policarpo, Spandri Agnese della Rocco Bonaiti. Pietro Ciceri della Badoni, Alessandro Dell’Oro del Caleotto e Angelo Scardigli,Gino Schiavon della File.

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