Lecco ricorda gli orrori del nazismo, medaglie ai reduci dei lager

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Giorno della Memoria 2014 - medaglie  (16)

 

LECCO – “Oggi abbiamo bisogno di ravvivare il ricordo perché quello che è accaduto in passato non avvenga più. Sopprimere la vita significa non avere né presente né futuro. Noi dobbiamo passare il testimone ai giovani insieme all’educazione di scoprire che l’altro è mio fratello e mia sorella, senza distinzione di razza o religione”.

E’ l’auspicio, carico di speranza, lanciato dal prevosto di Lecco, monsignor Franco Cecchin, nella Giornata della Memoria che anche il capoluogo manzoniano ha celebrato lunedì mattina, nella sala conferenze del Palazzo del commercio.

Giorno della Memoria 2014 - medaglie  (18)Una giornata per non dimenticare gli orrori perpetrati dal regime nazista, in modo particolare contro il popolo ebraico: la propaganda, le persecuzioni, i rastrellamenti e i campi di sterminio, dove milioni di persone hanno trovato la morte.

Una tragedia che non ha risparmiato i lecchesi, anch’essi imprigionati e vittime della violenza.

Lunedì, in occasione della ricorrenza, la Prefettura ha voluto ricordare e premiare otto di loro con una medaglia d’onore conferita dal presidente della Repubblica: si tratta di Fadigatti Bonaventura e Luigi Galbiati, entrambi di Oggiono, Carlo Limonta di Missaglia/Casatenovo, del lecchese Gino Ghisolfi, Angelo Fontana di Cisano Bergamasco, Genesio Pirola di Castello Brianza, Cesare Proserpio di Cassago Brianza e Nibionno, Gaetano Rusconi di Valmadrera.

A consegnare la medaglia, accompagnati dal prefetto Antonia Bellomo, sono stati i sindaci dei rispettivi paesi e a riceverla i parenti dei premiati. Di questi ultimi, infatti, solo il 90enne Carlo Limonta è tuttora in vita ma per motivi di salute non ha potuto presenziare alla cerimonia. Ad allietare le autorità e i presenti, sono stati i violini suonati dagli studenti del Liceo Grassi.

“Sono trascorsi 69 anni da quando i cancelli di Auschwitz sono stati aperti e ancora ci lasciano attoniti i numeri di questa tragedia, insieme alle storie dei pochi superstiti che hanno dovuto tacere per oltre cinquant’anni – ha sottolineato il prefetto Bellomo – La memoria deve tradursi in un impegno concreto a diffondere i valori del rispetto e della dignità umana”.

 

LE MEDAGLIE D’ONORE

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GALLERIA FOTOGRAFICA 

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