Il “Mercatino del libro usato” per le scuole superiori pubbliche lecchesi è agli sgoccioli ossia alle ultime incombenze ‘burocratiche’: consegne di denaro e restituzione dei libri non venduti. E quindi è il momento del bilancio complessivo: in quanti ne hanno approfittato? Per la precisione 258 studenti, chi venuto a prendersi i libri in prima persona, chi invece intermediato dai genitori. Il risparmio non era male: i libri usati venivano via a metà prezzo.
In tutto 2634 volumi, accuratamente registrati, ordinati e sistemati all’interno della sede cittadina del PRC, di questi ne sono stati venduti 632, ossia il 24%. Una percentuale ancora bassina e i ragazzi del PEC che s’impegnano in questa iniziativa, lo spiegano con il fatto che le case editrici propongono nuove edizioni e i docenti adottano anno dopo anno testi diversi.
In ogni caso per i giovani Comunisti lo sforzo vale la candela: “E’ per questi numeri che ci riteniamo estremamente soddisfatti di aver riproposto tale servizio, con lo scopo di coniugare utilità sociale e battaglia politica: la lotta contro il carolibri, infatti, va di pari passo alla rivendicazione di un libero accesso ai saperi e della garanzia di un reale diritto allo studio, questioni che da anni stiamo affrontando convintamente all’interno del movimento studentesco lecchese, che coinvolge studenti di scuole superiori e universitari“.
Oltre al risultato concreto – dichiarano – è stata positiva la collaborazione creatasi tra i Giovani Comunisti di Lecco e diversi altri ragazzi impegnati nel Collettivo Studentesco lecchese. Si è trattato di un un’attività volontaria e gratuita, una comunione di forze e di intenti indirizzata ad offrire un servizio alla collettività.
Nel comunicato stampa i ragazzi promettono: “Non ci fermeremo qui! Continueremo a batterci contro le aule pollaio, con più di 30 alunni, il taglio di professori e personale Ata, la dequalificazione dell’offerta formativa e didattica, per una messa in sicurezza degli edifici scolastici a rischio… Ci troviamo ad assistere a continui e maggiori finanziamenti statali ad istituti privati, nonostante il dettato dell’articolo 33 della nostra Costituzione, le università diventano fondazioni“.