Moschea a Pescarenico? Controlli del Comune già dal 2013

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LECCO – Già dal 2013 è in corso un procedimento da parte del Comune per verificare presunte irregolarità sull’uso improprio dell’immobile: lo ha rivelato l’assessore Gaia Bolognini rispondendo all’interrogazione della Lega Nord sulla ‘moschea’ di Pescarenico, o meglio la sede dell’associazione culturale islamica di corso Carlo Alberto.

Il locale magazzino, posto al civico 22 del viale, è un’ex friggitoria sita al piano seminterrato dato regolarmente in locazione da un privato all’associazione. La Lega Nord sarebbe stata interessata del caso da diversi cittadini, allo stesso modo nel novembre del 2013 la Polizia Locale si era mossa con una prima verifica dopo le segnalazioni dei residenti, interessando anche Asl, Carabinieri e Vigili del Fuoco.

Andrea Corti (Lega Nord)

Ad agosto del 2014, il proprietario dell’immobile ha depositato la propria memoria difensiva. Tutto in regola? Si chiede il Carroccio nella lunga interrogazione presentata dai consiglieri Andrea Corti e Stefano Parolari in consiglio comunale. Secondo quanto riferito dall’assessore Bolognini, affiancata dal dirigente comunale Elena Todeschini, il locale avrebbe i requisiti di sicurezza richiesti a luoghi con capienza non superiore alle 150 persone, gli allacciamenti delle utenze sarebbero intestati all’associazione, l’Imu è pagata regolarmente dal proprietario e la tassa rifiuti dagli utilizzatori del locali, nessuno degli otto capifamiglia risultati residenti al civico 22 sarebbe collocato specificatamente in quei locali.

Mancherebbero però i servizi igienici, “requisito minimo per l’utilizzo del locale a scopo associativo” ha spiegato la dirigente del Comune, e per essere definito luogo di culto servirebbe l’approvazione da parte del municipio della sua collocazione nel PGT.

L’assessore Gaia Bolognini

“Può essere svolta attività religiosa nella sede di un’associazione ma deve essere secondaria rispetto all’attività principale dell’associazione” ha chiarito il dirigente.

E’ possibile controllare quanto accade all’interno del locale si è chiesta la Lega? “Essendo un luogo privato, l’accesso pubblico può essere limitato tranne che alle forze dell’ordine – ha risposto l’assessore- le riunioni non sono soggette ad obbligo di comunicazione preventiva alle autorità”.

Le forze dell’ordine però, ha sottolineato l’assessore, non avrebbero avanzato alcun rilievo di ordine pubblico rispetto alla situazione del centro culturale islamico. “Continueremo con il procedimento già avviato volto a chiarire la regolarità del locale” ha concluso l’assessore.