“Non abbiamo più acqua”. Chiusura forzata per il Rifugio Rosalba

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Mauro Cariboni, gestore della Rosalba

LECCO – Domani, domenica, il rifugio Rosalba incastonato tra le guglie della Grignetta (Grigna Meridionale) resterà chiuso. Una decisione sofferta ma inevitabile quella di Mauro Cariboni gestore della nota “capanna”.
Il motivo? Non c’è più una goccia d’acqua.

“Le riserve sono finite, le cisterne sono a secco e mi trovo costretto a chiudere – spiega a malincuore – Non piove da molti giorni e con l’afflusso di escursionisti durante questo mese di agosto siamo rimasti senz’acqua. Abbiamo consumato tutte le riserve e le ultime due persone che ospito questa sera riesco a tenerle qui utilizzando l’acqua in bottiglia per fare da mangiare, ma domani sono costretto a chiudere. Per la prossima settimana mi organizzerò in modo da riuscire ad aprire sabato e domenica facendo solo servizio bar con panini, affettato, lattine e qualche bottiglia. L’auspicio, ovviamente, è che nel frattempo scenda qualche goccia di pioggia”.

Il rifugio Rosalba

 

Una situazione complicata quella che deve affrontare Cariboni in questa torrida estate che ha generato problemi non solo nel lecchese. Sul Monte Bianco, versante italiano, il Rifugio Gonella posto a quota 3071 metri, ha chiuso per carenza d’acqua già alla fine di luglio. Qui, i gestori sono stati costretti ad anticipare la chiusura della stagione perchè i nevai dai quali la struttura attingeva acqua si sono ritirati e non ce n’era più per cucinare, lavarsi e pulire.

In questo caso oltre alla componente dell’estate torrida che stiamo vivendo, la quale ha contribuito allo scioglimento più rapido di nevai e ghiacciai, il vero problema sono state le mancate precipitazioni dell’ultimo anno, avaro di neve come del resto lo sono stati gli ultimi due inverni.

A confermarlo è anche Umberto Capitani, da 17 anni direttore degli impianti sciistici dello Stelvio, nonché maestro di sci sempre allo Stelvio da 30, il quale proprio ieri, venerdì, grazie alle temperature che si sono abbassate, è riuscito a riaprire gli impianti chiusi dal 4 agosto.

“Abbiamo sospeso l’attività il 4 agosto e l’abbiamo ripresa venerdì  – spiega Capitani – A mia memoria il caldo come quest’anno l’abbiamo avuto anche in passato, ad esempio nel 2003. Però venivamo da due, tre inverni come quello del 2001 che sulle Alpi era scesa molta neve e di scorte ne avevamo a sufficienza anche per affrontare un’estate super calda. Oggi invece veniamo da 3 anni di carenza assoluta di neve, tant’è che negli ultimi tre inverni si è sciato a fatica in molte stazioni. L’anno scorso in Austria verso Vienna è scesa molta neve, l’anno prima un po’ più in Savoia, però mediamente sulle Alpi si sono registrate scarse precipitazioni. Poi il caldo anomalo di questa estate ha accelerato lo scioglimento della neve e dei ghiacciai, ma questo è uno dei fattori non l’unico. Va da sé che nella storia dello sci allo Stelvio questo è il primo anno che ci siamo trovati costretti a sospendere l’attività”.

E tornado al rifugio Rosalba, le precipitazioni in agosto sono state scarsissime come si può vedere dalla tabella fornita dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiante (Arpa) Lombardia.