Olginate, coppia gay scrive al Comune: “Vogliamo l’unione civile”

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Emanuele Locatelli  e Mirko Simone Sangalli (2)

OLGINATE – Convivono da 3 anni e vorrebbero sposarsi ma non possono. Il motivo? Sono una coppia gay e la legge italiana non consente il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Così, venuti a conoscenza dell’intenzione dell’amministrazione del proprio Comune di aprire alle unioni civili, hanno deciso di prendere carta e penna e scrivere ad uno degli assessori, chiedendo che venga istituito il registro e porre la propria firma, affinché la loro unione venga finalmente riconosciuta.

E’ la storia di Emanuele Locatelli e Mirko Simone Sangalli, 30enne il primo e 25 anni il secondo, residenti a Olginate.

“Dopo 3 anni di vita insieme ci siamo resi conto che era una cosa che volevamo entrambi – ci spiega Emanuele, noto anche come scrittore e redattore – ci siamo conosciuti nel gennaio del 2011, in una serata di incontri per gay, e dopo un anno ci siamo regalati la fede nuziale. Abbiamo sempre vissuto la nostra storia alla luce del sole, senza ghettizzarci come fanno molti che finiscono per frequentare esclusivamente locali dedicati agli omosessuali. Questo ulteriore passo che vogliamo compiere è la normale evoluzione del nostro rapporto”.

Una scelta ben appoggiata dai genitori del 30enne: “E’ stata proprio mia madre a venire a conoscenza attraverso i media della possibilità che anche a Olginate, come già accaduto a Lecco, venisse istituto il registro per le unioni civili e ad avvisarmi. Precedentemente avevamo chiesto anche al sindaco Virginio Brivio se era possibile iscriversi presso il registro di Lecco, ma ci è stato negato non essendo residenti in città”.

Emanuele Locatelli  e Mirko Simone Sangalli (1)Tra le possibilità vagliate e poi scartate dai due giovani anche quella di sposarsi all’estero, in quegli Stati dove è consentito il matrimonio tra omossessuali: “C’è chi va in Spagna per sposarsi ma crediamo che sia inutile perché, una volta tornati in Italia, non ha alcun valore per la legge. Stiamo invece valutando, oltre all’unione civile, il contratto di convivenza che ci offrirebbe qualche tutela in più dal punto di vista legale, anche se i costi non sono poi così economici”.

La decisione di Emanuele e Mirko è dovuta anche alla necessità di superare piccoli e grandi inconvenienti: “E’ capitato di essere ricoverato in ospedale per un malore e il personale non ha permesso al mio compagno di sincerarsi delle mie condizioni di salute, perché per la legge risulta un totale estraneo. E’ dovuta intervenire mia madre per spiegare la situazione”.

Dall’amministrazione comunale, l’assessore Paola Giovanna Vigano‘ fa sapere che già alla fine dello scorso anno ha proposto alla Giunta un percorso incentrato sui diritti e che il tutto è stato reso noto in Consiglio Comunale nell’ultima settimana, con l’annuncio che il Comune si costituirà parte civile nei processi sui casi di violenza di genere e di abusi contro minori:

“C’è il tema della sicurezza della donna, così come quello cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia e quello delle unioni civili – sottolinea l’assessore – non c’è ancora nulla di definito ma questa è la direzione che vogliamo seguire, con serate specifiche di approfondimento e il voto in consiglio comunale. Le unioni civili, con un registro dedicato alle coppie di fatto eterosessuali e omosessuali, saranno l’ultima tappa di questo percorso che intendiamo comunque concludere entro la fine del 2014”.

In attesa di coronare il proprio sogno, Emanuele e Mirko ha voluto ringraziare chi li ha supportati con il proprio aiuto: “Ringraziamo il Comune di Olginate ed in particolare l’assessore Patrizia Martinoli, oltre che il sindaco Brivio e la consigliera comunale Irene Riva di Lecco per i loro consigli”.