Il progetto che ha ottenuto il bollino di eccellenza parte nel 2003, coinvolgendo mediatori culturali organizzati con l’aiuto dell’associazione ‘Les cultures’.
Dai 6 interventi di allora si è passati ai 124 del 2010 in gran parte rivolti alle mamme e ai bambini (ostetricia, pediatria, psichiatria, neuropsichiatria infantile). Negli ospedali di Lecco e Merate la percentuale degli utenti migranti sta crescendo: + 23% dal 2007 al 2009, attestandosi nel 2010 a circa 4.300 accessi all’anno sulle due realtà.
Ecco quindi l’esigenza di rendere fluidi i rapporti con gli stranieri laddove le differenze culturali posso essere barriera anche in situazioni banali. E l’ “Ospedale multiculturale” lecchese ha attirato l’attenzione della giuria del Pubblic Affairs Awards, che premia annualmente le migliori esperienze di pubbliche relazioni in campo sanitario. La valutazione viene fatta da un gruppo composto da rappresentanti del parlamento, del governo, del mondo accademico universitario, dell’impresa, dei consumatori, dei giornalisti e delle istituzioni nazionali e internazionali guidati dal presidente della XII commissione Igiene e Sanità del senato, Antonio Tomassini.
L’esperienza lecchese dopo tre anni di sperimentazione si è strutturata e nel 2009, con la collaborazione anche di Asl, Provincia di Lecco e grazie a un finanziamento di Regione Lombardia, il mediatore culturale diventa figura ospedaliera, debitamente formato e assunto come parte integrante dell’équipe di assistenza e cura del paziente. Dà supporto durante il parto, in situazioni di solitudine o difficoltà e ancora nei casi di malattie infettive, il 20% dei pazienti in cura per la tubercolosi, ad esempio, è di origine straniera.
E’ stato aperto inoltre, uno sportello presso il Pronto Soccorso dedicato all’accoglienza e all’orientamento per un corretto accesso ai servizi intra ed extraospedalieri.
L’Azienda, poi, ha prodotto e ha tuttora in distribuzione una Carta dei Servizi tradotta in cinque lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo e albanese.