LECCO – “Siamo qui per protestare contro le chiusure degli uffici postali dovute essenzialmente ad una drammatica riduzione del personale lavorativo, continuamente spostato da una parte all’altra”. Esponenti dei sindacati (Cisl, Cgil, Ugl, Confsal, Failp), lavoratori, portalettere e alcuni cittadini si sono riuniti nella mattinata di sabato presso gli Uffici Postali di Viale Dante per un sit-in in protesta che si inserisce nel quadro più ampio delle manifestazioni che stanno interessando tutta la Lombardia.

“Siamo alla frutta: ogni due anni subiamo dei tagli insostenibili che portano ai disagi che conosciamo” è stato il commento di Giusy Di Marco della Segreteria Provinciale di Lecco Confsal, che ha proseguito “è chiaro che questa situazione oltre a causare problemi ai lavoratori, che naturalmente non trovano un rimpiazzo dopo la chiusura dell’ufficio dove prestavano servizio, abbia dirette conseguenze sugli utenti, sempre più scontenti di un servizio che è diventato lento ed inefficace.”
Più che gli sportellisti, operativi negli uffici postali non trattandosi di una giornata di sciopero, la dimostrazione ha visto la presenza di numerosi portalettere, esponenti dell’altro “settore” delle Poste che rischia un duro colpo, quello dei recapiti: “Risale a due anni fa oramai la riorganizzazione del recapito – ha spiegato Giancarlo Sala, Segretario Slc Cgil di Lecco – è chiaro che non ha funzionato come soluzione e ha creato unicamente disagi. Quello dei recapiti è uno dei tanti problemi che verranno fuori nel corso delle nostre dimostrazioni.”

“Invitiamo l’Azienda a rivedere queste chiusure e a rilanciare un servizio che ha per noi una forte importanza sociale oltre che finanziaria – ha dichiarato Antonio Pacifico di Slp-Cisl – i disagi per la cittadinanza sono notevoli. Faccio un esempio: l’ufficio postale di Pagnona da lunedì aprirà solo due giorni a settimana e questo perché esiste l’ufficio più “centrale” di Premana. Sono solo 10 km ma pensiamo agli anziani o ai cittadini magari senza macchina costretti a recarsi a Premana perché le poste di Pagnona hanno ridotto il servizio. E questo è solo un caso. Come sindacati – prosegue – siamo anche sensibili alle ricadute occupazionali.”
A Lecco sono due gli uffici a rischio chiusura per ora: si tratta di quelli di Acquate e di San Giovanni, già carenti di personale. “Se un ufficio lavora tanto parlano di diseconomia, paradossale” ha detto Pacifico, portando come esempio quanto successo all’ufficio di Maresso, nel comune di Missaglia. “Qui il primo giorno di pensione sono state effettuate 400 operazioni: questa non è diseconomia è lavoro. L’attuale indirizzo dell’Azienda priva la città e la Provincia di un importante pezzo di economia.”
Invitati a partecipare al sit in anche i sindaci dei Comuni interessati dalle chiusure degli uffici postali o dalle riduzioni di orario lavorativo: “Numerosi gli amministratori locali che si sono posti contro queste chiusure aderendo alla vertenza – ha ricordato Giusy Di Marco – l’obiettivo è ora diffondere le nostre ragioni e sensibilizzare la cittadinanza.”
Una cittadinanza definita attenta e pronta a sostenere i lavoratori delle Poste con la raccolta firme contro le chiusura già in atto.
Sui prossimi passi da compiere i sindacati non escludono lo sciopero: “Se dovessimo essere costretti – ha concluso Antonio Pacifico – saremo pronti anche a questo.”

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