Prefettura, anche il sindacato di polizia contro la chiusura

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prefettura presidio sindacati (8)LECCO – Anche il sindacato di polizia Siulp contro la chiusura della Prefettura di Lecco e il declassamento della questura e dei Comandi Provinciali.

“Pur essendo d’accordo su una necessaria riqualificazione delle strutture esistenti, si dice contrario a progetti indefiniti e privi di strutturazione – spiegano i segretari Antonio Verbicaro e Mario Scinetti – Gli Operatori di Polizia sono esausti di sentire spot ed annunci basati più sull’improvvisazione che sull’equilibrio e la sostanza. Adottare un provvedimento di questo genere, per la provincia di Lecco, senza il benché minimo confronto col territorio e quantomeno con la politica locale e regionale sia un segnale che non fa presagire nessuno dei tanti decantati vantaggi”.

“La chiusura della prefettura e la conseguente chiusura o declassamento della questura e degli enti provinciali, non rappresenterà solo la riduzione o il venir meno dei servizi resi al cittadino, ma anche l’esigenza, per il personale in servizio presso le diverse realtà, di collegamenti quotidiani (riunioni, comitati, confronti, etc. etc.) con quelle che saranno le nuove macro strutture di riferimento con ovvie spese di certo non inferiori a quelle attuali. Se poi guardiamo l’aspetto della prevenzione e repressione dei reati, a parità di territorio da controllare, se vi sarà, come è ovvio supporre, una riduzione degli organici sicuramente la situazione non potrà migliorare”.

“Parlando del nostro settore ci teniamo a ribadire che il progetto del SIULP era e rimane la grande riorganizzazione delle 5 forze di polizia, l’ottimizzazione delle risorse mediante la rivisitazione delle competenze il completamento dell’organico e della rivisitazione delle carriere. La norma già approvata darà modo ad ogni ministero di emanare i propri decreti attuativi, che andranno a rivedere i propri assetti ma non potranno tenere conto del globale sistema e del buon funzionamento della macchina nella sua complessità. Esprimiamo pertanto il nostro netto dissenso ad un progetto che riteniamo parziale, superficiale e dannoso per il territorio lecchese e sollecitiamo l’opinione pubblica, la classe politica locale e regionale e le associazioni produttive, affinché questo piano venga rivisto ed adattato alle peculiari esigenze del nostro territorio”.