ABBADIA LARIANA – “La Comunità montana non sapeva dell’arrivo dei profughi ai Piani Resinelli, tanto che il sopralluogo della prefettura sulla struttura che li avrebbe ospitati è stato effettuato a mezzogiorno del 3 agosto, dunque soltanto il giorno prima dell’arrivo dei migranti. E di quello stesso sopralluogo il presidente Carlo Greppi ha informato il sindaco di Abbadia scendendo dai Resinelli. Ma, torno a dire, nessuno di noi sapeva che i migranti sarebbero stati accolti presso il Centro servizi del nostro ente già dal 4 agosto”.
Luciano Fascendini, consigliere di maggioranza ad Abbadia Lariana e assessore in Comunità montana del Lario orientale – Valle San Martino, è stato esplicito. Ieri sera, durante la seduta di consiglio comunale che ha appunto affrontato il tema dei 36 richiedenti asilo ospitati da due mesi ai Piani Resinelli, ha respinto l’accusa mossa dal capogruppo di minoranza, Mattia Micheli, secondo il quale “fin dall’inizio è mancata su questa vicenda la comunicazione istituzionale, in particolare tra il Comune di Abbadia e la Comunità montana, che non poteva non sapere dell’arrivo dei profughi”.
“No, non lo sapevamo”, ha ribadito Fascendini, il quale ha altresì precisato che l’ipotesi del sopralluogo era scaturita il 30 luglio in occasione di un incontro che il nuovo prefetto aveva avuto a Vercurago con Carlo Greppi, presidente della Comunità montana e appunto sindaco di Vercurago.
“Ma a Greppi non era stato detto quando sarebbe stato fatto, quel sopralluogo – ha detto Fascendini – e certamente alla prefettura ha fatto difetto in questa vicenda la delicatezza della comunicazione, che invece non è assolutamente mancata tra il Comune di Abbadia e la Comunità montana”.
“E’ vero – ha peraltro sottolineato Mattia Micheli in sede di replica – che a volte può essere difficile dire no di fronte a determinate richieste, ma è altrettanto fondamentale difendere il territorio e far valere i nostri diritti e non è accettabile che non si sia potuta neppure valutare la decisione che è stata presa”.
In precedenza il capogruppo di “Avanti Abbadia”, premesso che “si è di fronte a un’emergenza che va addirittura oltre i confini nazionali” e che “l’aspetto umanitario della questione non è in nessun modo in discussione”, aveva detto di aver visitato pochi giorni fa la struttura dei Resinelli e di avervi trovato “una situazione pienamente sotto controllo e assolutamente dignitosa”. “Funzionava il riscaldamento – ha spiegato – e le camere erano in ordine”.
“Resta il fatto – aveva aggiunto – che non è pensabile per quei ragazzi di etnìe diverse fare integrazione ai Resinelli, anche perché lassù non ci sono le strutture idonee”.
A introdurre l’argomento era stato il sindaco, Cristina Bartesaghi, la quale aveva premesso che grazie alla disponibilità del gruppo scout nei giorni scorsi è stato possibile reperire due locali da destinare alle attività di insegnamento della lingua italiana e per vari momenti di aggregazione.
“Ringrazio gli scout per la sensibilità dimostrata – ha detto il primo cittadino – e in generale chi, nei due mesi trascorsi dall’arrivo dei migranti, ha avuto gesti tangibili di accoglienza nei loro confronti, importanti per creare e favorire rapporti interpersonali”.
“La diffidenza iniziale credo di poter dire che è stata superata dall’evidenza dei fatti – ha aggiunto – anche perché ai Piani Resinelli non si è verificato alcun episodio di disturbo e il turismo non ha in alcun modo risentito di questa vicenda, così come con il trascorrere delle settimane è migliorata la gestione della struttura”.
“Effettivamente – ha osservato sempre il sindaco – ai Resinelli mancano servizi adeguati a favorire l’inserimento di quei giovani nella società e non a caso entro l’inverno la stessa prefettura è dell’idea di trasferirli in altre strutture, che peraltro devono ancora essere reperite”.
“Il nostro comune – ha aggiunto Cristina Bartesaghi – non ha spazi pubblici da mettere a disposizione e se è vero che il problema ci ha trovati impreparati ora siamo comunque chiamati a dare una risposta a questa emergenza”.