VALMADRERA – L’ipotesi che l’inceneritore di rifiuti di Valmadrera venisse spinto al massimo carico termico aveva già sollevato forti critiche da parte di alcune associazioni ambientaliste e gruppi politici ed ora che questa possibilità è diventata reale, con tanto di autorizzazione regionale, un gruppo di cittadini ed enti ha deciso di costituirsi in un coordinamento.
Si chiama Coordinamento Zero Rifiuti e vede marciare uniti Legambiente, Circolo Ambiente Ilaria Alpi, Comitato Prealpino Cittadinanza Attiva, Qui Lecco Libera, L’Altra Via, Gruppo Difesa Natura Suello, Arci Civate; sarà una struttura trasversale aperta al contributo di ciascuno, cittadini ed Associazioni; non legata ad alcun partito politico ma disponibile al confronto con tutti soprattutto con gli Enti Istituzionali.
“L’aumento del tonnellaggio dei rifiuti da bruciare non solo preoccupa chiunque sia interessato alla tutela della salute e dell’ambiente, ma solleva anche una serie di quesiti circa le linee politiche che dovrebbero disegnare il futuro della raccolta dei rifiuti e del forno inceneritore – spiegano dal neonato coordinamento – il nostro territorio rimarrà indissolubilmente legato alla scelta dell’incenerimento o si potrà cominciare a ragionare e muoversi verso il superamento di tecnologie ormai obsolete e indiscutibilmente dannose?”
A preoccupare è soprattutto il progetto di Teleriscaldamento per fornire riscaldamento a Malgrate, Valmadrera, Civate e ad una parte di Lecco sfruttando l’incenerimento dei rifiuti. Per il coordinamento, su questo piano serve un dibattito pubblico, l’informazione e il parere dei cittadino.
Il progetto, spiegano, “rischia di tenerci legati all’incenerimento dei rifiuti (provenienti sia dalla nostra Provincia, sia da altre province o da fuori Regione) indispensabili per alimentare l’impianto al massimo carico termico. Ciò avverrebbe a scapito delle auspicabili pratiche di riuso e riciclo, pratiche che determinerebbero una diminuzione della produzione di rifiuti. Il rispetto dei “limiti di legge” fissati per le emissioni di fumi inquinanti non ci basta: chiediamo analisi puntuali ed approfondite sul territorio, che rendano conto degli effetti ambientali e sanitari dati dall’accumulo negli anni di sostanze altamente nocive (polveri, metalli pesanti e diossine) nei terreni e in coloro che li abitano”.
Il coordinamento dice di pretendere da Silea “una maggiore trasparenza nell’informazione: accesso ai dati storici delle emissioni, della quantità dei fumi emessi, della qualità dei rifiuti inceneriti e della loro provenienza. Chiediamo inoltre che l’esibita volontà ambientalista di Silea si concretizzi in un maggior impegno per l’incremento delle raccolte differenziate mono-materiali finalizzate al recupero di materia, e per l’introduzione della selezione del residuale (rifiuti indifferenziati), ad esempio tramite il Trattamento Meccanico Biologico (TMB) già prassi in altri territori”.
Poi l’auspicio che l’Amministrazione Provinciale di Lecco e le Amministrazioni Comunali “svolgano il ruolo che loro compete ed indichino linee guida volte alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, attraverso politiche mirate al progressivo superamento dell’incenerimento, che è distruzione di risorse, a favore della riduzione alla fonte dei rifiuti, del riutilizzo e del riciclo”.
Per info: rifiutizerolecco@gmail.com