MANDELLO / BELLANO – “E’ un problema che, se affrontato in maniera veramente collaborativa, dovrebbe coinvolgere i comuni in cui ricadono le aree di sosta (per un motivo giuridico) e i comuni serviti dalla “36” (da dove arriva il rientro dei turisti). Lasciarlo affrontare singolarmente a ogni comune credo sia la cosa economicamente meno vantaggiosa. Ogni comune si troverebbe a pagare un servizio diverso per dei mezzi che si trovano a percorrere la stessa strada”.
Riccardo Fasoli, sindaco di Mandello, interviene sulla situazione dell’immondizia accatastata nelle piazzole della superstrada 36 dopo che l’Anas ha dichiarato che è compito delle amministrazioni comunali intervenire, non mancando di far presente che finora è stato lo stesso ente, a proprie spese, a farsi carico della rimozione dei rifiuti.
“Non mi piace lo scaricabarile normativo – aggiunge – perché è un modo di fare dove, alla fine, il cerino lo tengono sempre in mano i comuni e i sindaci. Quindi ben venga un tavolo per discuterne”.
“Se però si parla di doveri – afferma sempre Riccardo Fasoli – mi permetto di ribadire che la gestione e la manutenzione delle strade da parte dell’Anas comportano l’obbligo a carico della stessa di evitare che sui beni gestiti si accumulino rifiuti: la relativa negligenza di per sé implica la sussistenza di una colpa. E’ quanto ha stabilito il Consiglio di Stato, Sezione V, con le sentenze numero 57 e 58 dell’11 gennaio 2016 mediante le quali accoglie il motivo di appello e riforma quanto già deciso dal Tar della Campania – Napoli, Sezione V, numero 3.781 del 2007”.
Il primo cittadino di Mandello precisa altresì che “il Consiglio di Stato, nel decidere la questione, ricorda che l’articolo 2 del decreto legge 26 febbraio 1994, numero 143, stabilisce all’articolo 2, comma 1, che tra i compiti dell’Anas rientrano la gestione delle strade e delle autostrade di proprietà dello Stato, nonché la loro manutenzione ordinaria e straordinaria”.
“La gestione e la manutenzione – osserva ancora Fasoli – comportano l’obbligo della Spa Anas di evitare che sui beni da essa gestiti si accumulino rifiuti: la relativa negligenza di per sé implica la sussistenza di una colpa. Quindi non può essere messo in dubbio che spetti all’Anas nell’ambito dei suoi compiti di manutenzione ordinaria evitare lo spargimento di rifiuti, o ancor più la formazione di discariche abusive nelle aree stradali ad essa affidate e su quelle immediata pertinenza, come si è visto, dal decreto legge numero 143 del 1994”.
“Non vi sono margini di incertezza nel sostenere ciò – conclude il sindaco – poiché rimettere ai compiti dell’autorità concedente la pulizia delle aree in questione appare in netto conflitto con l’ampiezza dei compiti, o meglio con la devoluzione di tutto ciò che concerne la gestione degli assi viari che non ricadano nel demanio degli enti locali o nella proprietà privata”.
Esplicito, sul tema dei rifiuti abbandonati, anche Antonio Rusconi, dallo scorso anno sindaco di Bellano.
“Sulla Ss 36 in territorio bellanese non sono presenti ampie piazzole di sosta dove purtroppo spesso vengono abbandonati rifiuti che, oltre a danni ambientali, creano anche una bruttissima immagine a chi passa – osserva il primo cittadino – Nonostante questo ci sentiamo coinvolti in questo problema proprio perché riguarda tutto il territorio e il problema dell’abbandono dei rifiuti è un’inciviltà che colpisce anche le strade provinciali e diverse aree comunali. Come Amministrazione stiamo provando a sensibilizzare con l’educazione e punire con sanzioni che in questi primi mesi di mandato stiamo effettuando con particolare attenzione”.
Rusconi aggiunge: “Siamo disponibili e crediamo stimolante arrivare alla creazione di un tavolo di confronto che coinvolga, oltre all’Anas, la Provincia, i Comuni e gli altri soggetti coinvolti in questo problema. Certamente da questo confronto potranno nascere attività e progetti che possono portare un miglioramento per l’ambiente, il nostro territorio e il turismo”.
“Riguardo alla competenza – conclude il sindaco di Bellano – ci risulta che varie sono le interpretazioni date dalla giurisprudenza, ma appare pressoché unanime la responsabilità dell’ente proprietario, che addirittura dovrebbe intervenire sulla prevenzione, ad esempio con l’installazione di telecamere, come stiamo facendo noi a Bellano da qualche settimana con una speciale telecamera detta “foto trappola” che posizioniamo in diversi punti del paese e alla quale seguono sanzioni”.