ERBA – Soltanto due settimane fa il Rotary Erba Laghi aveva portato in provincia di Lecco i ragazzi del “Trekking camp”, provenienti da dodici nazioni, con la gita in Valsassina e in Val Biandino. Nei giorni scorsi la Valsassina ha ricambiato la visita al club con la partecipazione del gruppo degli sbandieratori di Primaluna alla festa medievale proposta dal Rotary presso il Castello di Casiglio.
Come ultimo appuntamento prima della pausa estiva, il nuovo presidente Marco Missaglia ha voluto organizzare una serata in amicizia che facesse apprezzare ai soci e a tutti gli intervenuti, con un tuffo nel passato, l’atmosfera e i sapori del Medioevo.
Location oltremodo indicata è stato il Castello di Casiglio, imponente struttura posta appena sopra la città di Erba, di origini e stile proprio medievali, che è anche sede ufficiale del Rotary club Erba Laghi.
E come ideali ambasciatori del periodo prescelto chi meglio degli sbandieratori e dei tamburini delle Torre di Primaluna? “Conoscevo da tempo la bravura degli Sbandieratori della Torre di Primaluna guidati dal presidente Walter Baruffaldi – spiega il dottor Missaglia – e così nell’ottica della valorizzazione del patrimonio culturale locale e delle tradizioni ho chiesto loro di partecipare alla serata con un’esibizione appunto nella splendida cornice del Castello di Casiglio”.
I 28 sbandieratori, così come i 7 tamburi e le tre trombe, sono stati all’altezza della situazione.
La serata è poi proseguita con una cena a tema nella splendida sala imperiale del castello, con il menù ispirato alle tradizioni gastronomiche del Medioevo.
Durante la cena i commensali hanno potuto apprezzare le musiche del periodo medievale grazie ai flauti del maestro Guido Tacchini di Bergamo, che ha accompagnato la lettura di alcuni passi della Divina Commedia, così come di qualche novella del Boccaccio, declamati con maestria da alcuni rotariani.
Una serata dunque a tutto tondo, dove gli ospiti hanno potuto assaporare le sensazioni di un tempo ormai lontano ma carico di valori e di significati capaci ancora di affascinare e di arricchirci.
“Anche questo è fare cultura – conclude il presidente – nella riscoperta e per la salvaguardia delle tradizioni locali”.