LECCO – “La festa di san Nicolò è un momento di consapevolezza, di grazia e di responsabilità. Nella frenesia degli impegni e nelle contraddizioni molteplici, è salutare sostare per prendere coscienza del significato del nostro procedere nello spazio e nel tempo”.
Così il prevosto di Lecco, monsignor Franco Cecchin, si è rivolto alle autorità ai tanti fedeli riuniti in Basilica domenica per la Santa Messa nel giorno del patrono di Lecco. In prima fila il sindaco Brivio insieme al prefetto Baccari, al questore Ioppolo, al presidente della Provincia Polano e i vertici delle forze dell’ordine.

Una cerimonia che ha visto la partecipazione accanto al prevosto anche di don Filippo Dotti, del diacono Armando Comini e di don Pali, responsabile italiano della comunità kosovara e albanese.
“Lecchesi, educhiamoci al pensiero di Cristo! – ha esortato Cecchin dal pulpito – Uno dei nodi critici della vita della comunità, nel contesto attuale secolarizzato e frammentato, è proprio quello della trasmissione della fede alla nuova generazione. Rispetto al passato le famiglie odierne fanno fatica a comunicare i valori cristiani. I genitori sono il soggetto primario dell’educazione alla fede. E la trasmissione della fede nella famiglia passa specialmente attraverso la testimonianza di gesti condivisi e continuativi. Giovani, non lasciatevi condizionare dalla mentalità corrente consumistica e alienante. Abbiate una capacità critica e passate da un mondo virtuale ad uno reale, dallo stordimento all’incontro, dall’effimero a ciò che veramente conta nella vita”.

Guardando alla città, il prevosto ha indirizzato l’attenzione dei fedeli sull’invecchiamento della popolazione : “Stanno aumentando le persone anziane. Da questo fatto inconsapevolmente deriva, da un lato che gli anziani si percepiscono in permanente cammino verso la giovinezza con il rischio di non passare il testimone alla nuova generazione, dall’altro lato che tendenzialmente si censura in ogni modo il limite e la fine dell’esistenza. San Nicolò ci sollecita ad accettare la vecchiaia come un’opportunità. Diamo spazio ai giovani preparandoli ad essere protagonisti della Chiesa e della società. Regaliamo a loro la sapienza del cuore”.
Poi l’emergenza migranti: “Che fare? Oltre a tutto quello che si sta compiendo a livello civile ed a quello ecclesiale, che è da apprezzare, incoraggiare e migliorare, è urgente far crescere la cultura della prossimità. Il vicino di casa e lo straniero sono nostri fratelli, figli del medesimo Padre che è Dio. La carità (= l’amore cristiano) è molto di più della beneficenza: la prima coinvolge e crea un legame, la seconda si accontenta di un gesto. Il cammino in questa ottica è molto lungo. Certamente dobbiamo sollecitare e mobilitare la politica nei vari ambiti, ma anche noi cristiani siamo chiamati a porre gesti profetici che mostrino che il nostro fratello – anche quello nel bisogno – non è un pericolo, ma un’opportunità di crescita”.
Infine ancora un pensiero al capoluogo e alla sua vocazione manzoniana: “Quando penso a Lecco, oltre a richiamarmi alla bellezza della natura (è un piccolo Paradiso! C’è un po’ di tutto: fiume, lago, valli e montagne) e alla laboriosità della nostra gente, mi viene immediatamente in mente il fatto che Lecco è la città manzoniana per eccellenza. Alessandro Manzoni, ne “I Promessi Sposi”, ha collocato la vicenda di Renzo e Lucia proprio nella nostra città con un messaggio di Fede, di Provvidenza e di Misericordia. In tale ottica sono da valorizzare “I percorsi della fede” della nostra città come ad esempio la Canonica del Beato Serafino a Chiuso e il Convento di Pescarenico, anche in vista del prossimo Giubileo della Misericordia. Questo Anno Santo sia per noi tutti e per la nostra città un tempo di rinascita spirituale, morale e sociale. Maria, madre della Chiesa, e il nostro patrono san Nicolò ci proteggono oggi, domani e sempre”.

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