“Scarpe rosse” a Mandello contro il femminicidio

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MANDELLO – Un minuto di silenzio e di raccoglimento “per i tragici eventi di Lampedusa”, dove qualche giorno fa a morire sono state soprattutto le donne perché più deboli. E più indifese. Poi a parlare, nella piazza che si apre davanti al municipio di Mandello, è stata Elina Chauvet, artista messicana alla quale si deve il progetto itinerante “Zapatos rojos” che ha preso forma nel 2009 a Juarez, città di frontiera nel Nord del Messico, con una installazione costituita da 33 paia di scarpe raccolte dalla stessa Chauvet.

“Sono contenta di essere qui con voi – ha detto l’artista – e vi sono grata per aver voluto accogliere questo messaggio e perché la vostra partecipazione manifesta la volontà di dire no alla violenza, in particolare alla violenza sulle donne”. “Anche la presenza di tanti ragazzi – ha aggiunto – è una testimonianza importante per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema e per far sì che in un futuro che noi ci auguriamo molto prossimo si possa agire concretamente e arrivare a sconfiggere questo fenomeno. La rete di solidarietà che si è creata attorno a “Zapatos rojos” mi autorizza a credere che qualcosa cambierà e proprio i più giovani avranno in questo senso un ruolo determinante”.

“Scarpe rosse”, appunto la traduzione italiana di “Zapatos rojos”, è un progetto di arte pubblica che prima di Mandello ha finora toccato poche altre città italiane e che nel prossimo novembre approderà a Reggio Calabria. Ogni paio di scarpe rappresenta una donna e la traccia di una violenza subìta e tutte le scarpe – sistemate lungo un determinato percorso urbano – formano una marcia metaforica, una sorta di ideale corteo il cui intento è quello di contrastare con la solidarietà il dolore causato dalle violenze fisiche e psicologiche.

“Questo è un evento straordinario per Mandello – ha detto il sindaco, Riccardo Mariani – e aiuta a costruire una dimensione indispensabile per riflettere su un tema ancora troppo spesso mistificato dalla società e su cui invece occorre interrogarsi per tracciare percorsi che siano lontani dalla violenza e dal sopruso”.

“Abbiamo molto da fare pensando alle problematiche del rapporto tra uomo e donna – ha affermato quindi Stefano Landini, segretario generale dello Spi Cgil della Lombardia – e voi a Mandello state muovendo passi importanti, così come significativa è questa iniziativa voluta dal Comune e dalla rete di associazioni del territorio provinciale attive contro la violenza sulle donne”.

Ad ascoltare c’erano anche i ragazzi, si è detto, gli stessi alunni della terza media “Alessandro Volta” che fin dal mattino – sotto la guida della loro insegnante di educazione artistica Ambra Legati – avevano verniciato di rosso decine e decine di paia di scarpe, molte delle quali portate in piazza dai cittadini per rendere ancora più suggestiva l’installazione artistica.

Nell’edizione 2013 di “LPK Tracce” – questa la denominazione data all’evento in scena a Mandello fino a domenica 6 ottobre e in cui è incluso appunto il progetto “Zapatos rojos” – c’è però spazio anche per il parkour, disciplina metropolitana nata in Francia agli inizi degli anni Ottanta il cui concetto di base è spostarsi da un punto all’altro nel modo più rapido (e più sicuro) possibile e in cui fluidità, agilità, forza e testa sono le componenti essenziali.

I giovanissimi protagonisti di questa singolare disciplina si sono ritrovati al centro sportivo comunale di Pramagno, per poi raggiungere il centro del paese e esibirsi a Molina e al parco della Magnolia a Tonzanico. Piazza Leonardo da Vinci sarà invece teatro delle loro performance nella giornata di domenica 6, con la chiusura dell’evento prevista per le 17.30.