LECCO – Riaprire le “case chiuse” e far pagare le tasse alle “lucciole”? Una proposta portata avanti nuovamente dalla Lega Nord insieme ad altri tre gruppi di maggioranza al Pirellone (Forza Italia, lista Maroni e Fratelli d’Italia) che nel weekend raccoglierà le firme per chiedere il referendum abrogativo sulla Legge Merlin con la quale, nel 1958, si è decisa la chiusura dei casini, ponendo fine alla regolamentazione della prostituzione e introducendo reati contro il suo sfruttamento.
Secondo gli esponenti del Carroccio, promotori dell’iniziativa pro-referendum, “la mancanza di regolamentazione ha finito per creare una serie di problemi estremamente rilevanti di carattere economico, sociale, sanitario e di sicurezza, che sono sotto gli occhi di tutti, nonché il crescente degrado e lo spettacolo poco edificante di ‘commercio del sesso’ nelle città”.
L’idea è quella di togliere dalla strada le “passeggiatrici”, con un’abrogazione parziale della legge, quindi con la cancellazione del divieto di organizzare l’attività delle prostitute e mantenendo i reati di sfruttamento e l’induzione alla prostituzione, guardando alle esperienze di altri Paesi europei come Germania, Olanda, Austria così come alla vicina Svizzera.
Per ottenere il referendum serviranno 500 mila firme oppure la richiesta da parte di altri quattro Consigli Regionali. Un’iniziativa che ha creato dibattito e che vede contrarie altre forze politiche come il Nuovo Centrodestra, il Pd e Patto Civico.
Per il NCD “la formula del referendum è inefficace, propagandistica e raddoppierebbe il problema, come dimostrato da analoghe esperienze in Europa”. Per il PD “serve una normativa che aggiorni quella legge, puntando a stroncare lo sfruttamento e la tratta delle donne, ma non è con il referendum che si può risolvere il problema”.
Intanto questo pomeriggio la Commissione Affari Istituzionali di Regione Lombardia ha incontrato alcune associazioni no profit, presenti all’incontro la Caritas Ambrosiana, la cooperativa Farsi prossimo, l’Associazione Lule, la Comunità papa Giovanni XXIII e l’Associazione Oltreconfine, che hanno sottolineato la loro contrarietà a modificare la legge attualmente in vigore e a riaprire le case chiuse e a riconoscere la prostituzione come attività professionale. Da parte delle associazioni si è evidenziata la necessità di contrastare il consumo da parte dei clienti, sia con attività di formazione che con il coinvolgimento delle Forze dell’ordine.
Il Comitato dei cittadini milanesi di viale Abruzzi e Piccinni invece ha richiesto di affrontare la situazione “uscendo dall’ipocrisia” e mostrando i risultati di un dossier fotografico sulla situazione di alcuni quartieri di Milano. Sottolineando i problemi di sicurezza, igiene e decoro, i rappresentanti del comitato hanno insistito sull’opportunità di una nuova regolamentazione.
E voi cosa ne pensate? Siete favorevoli o contrari alla regolamentazione della prostituzione e alla riapertura delle ‘case di piacere’? Partecipate al sondaggio di Lecco Notizie.
[poll id=”10″]

RADIO LECCOCITTÁ CONTINENTAL



































