Straordinaria scoperta alla chiesetta del San Martino

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LECCO – Straordinaria scoperta alla chiesetta del San Martino domenica in occasione della tradizionale festa. Al termine del gara di corsa in montagna (Check Up) come da tradizione è stata celebrata la messa officiata da don Emilio Colombo.  E proprio quest’ultimo durante i preparativi ha scovato un antichissimo messale risalente al 1768.

“Ci stavamo sistemando per celbrare la messa quando abbiamo fatto questo ritrovamento – spiega don Emilio – La data è quella del 1768, ci sono molte pagine rovinate dal tempo e dall’umidità, quindi abbiamo deciso di portarlo via per evitare che si deteriori ulteriormente. Ora vedremo di analizzarlo per avere qualche informazioni in più sul messale. E’ stata senza dubbio una sorpresa inattesa, piacevole e di sicuro interesse”.

Le origini dell’antichissima chiesetta rossa del San Martino, situata accanto al rifugio Riccardo Piazza, si perdono nella notte dei tempi. Infatti, “L’edifico sacro, di cui non si conosce con esattezza la data di costruzione, fu eretto in questa posizione, isolata e difficile, assieme ad un romitaggio sulle cui rovine fu probabilmente costruita la baita che oggi ospita il rifugio. Secondo alcuni studiosi la chiesa era collegata alla badia di San Pietro Apostolo, nucleo che originò l’odierna Abbadia Lariana, fondata dai monaci Benedetti nel IX secolo. Ogni area possibile del monte era terrazzata e coltivata da coloni al servizio del monastero e un ripido sentiero, noto come “sentiero dei tecétt”, inerpicandosi fra aspre pareti, collegava la sponda del lago con l’eremo. Solo nel 1268, quando i benedettini abbandonarono la badia di San Pietro, la piccola chiesa di San Martino passò a Lecco. Si provvide allora a costruire un sentiero d’accesso più facile e largo, quello che percorreremo nella nostra gita. Per qualche secolo la chiesa fu meta di pellegrinaggio ma, causa la faticosità del cammino, perse via via fedeli tanto da essere abbandonata nel 1458. Nel 1528, il Medeghino, in lotta col Ducato di Milano, ordinò di distruggere gli edifici che considerava pericolosi dal punto di vista strategico e militare. Si narra che allora due suore vi si rifugiarono morendovi in miseria. Nel 1934, durante lavori di restauro, caldeggiati dal Cardinale Idelfons Schuster, fra le fondamenta di un edificio preesistente, probabilmente di origine romana, fu rinvenuto un vassoio di pietra con alcune reliquie e all’esterno si scoprì una sepoltura contenente uno scheletro (info: www.rifugi-bivacchi.com)“, ieri, domenica, l’ennesima felice scoperta…