LECCO – C’è chi se la ricorda da sempre così, con la sua tradizionale “copertura” verde, eppure da qualche giorno Villa Manzoni ha un’aria totalmente nuova, o meglio è tornata al suo aspetto originale: inizio aprile, infatti, è stata completata la potatura della vite canadese che da oltre 30 anni era diventata parte “integrante” della dimora d’infanzia di Alessandro Manzoni.
Qualcuno dirà che è un peccato, ma non gli addetti e i dirigenti del Polo Museale di Lecco che conoscono bene i danni che la vite stava causando alla villa:

“E’ una pianta infestante e se è cresciuta così tanto è solo perché non si è mai intervenuti – spiega la dott.sa Barbara Cattaneo, direttrice del Polo Museale di Villa Manzoni – Ha danneggiato tutte le facciate, è entrata nel tetto, nelle persiane e nelle grondaie, si è infilata tra le tegole, alzandole e facendo piovere dentro. Abbiamo chiesto più volte di toglierla e la stessa Soprintendenza ci ha raccomandato questa operazione”.
Tra le altre cose, come sottolineato dalla dott.sa Cattaneo, la vite era andata anche a coprire la lapide dettata da Cesare Cantù e dedicata al Manzoni, situata sulla parte frontale del palazzo. “Attirava gli insetti, i topi che andavano a cibarsi dei suoi acini e impediva di aprire le finestre sul lato esposto al parcheggio – ha proseguito la direttrice – era un’opera necessaria e meritoria al fine di preservare l’edificio”.
Così a metà marzo è iniziata la potatura della pianta che ha richiesto tre interventi per la sua rimozione.
“Nonostante questo non tutti segni lasciati dal rampicante sono stati eliminati – ha concluso la dott.sa Cattaneo – per farlo servirebbe un intervento con il bisturi ma sarebbe estremamente oneroso.”.


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