Il noto telecronista sportivo si è spento pochi giorni prima del suo 87° compleanno
Frequentò anche Lecco: l’ultima serata nel 2016, ospite del Rotary
LECCO – Il mondo del giornalismo sportivo italiano piange la scomparsa di Bruno Pizzul, morto il 5 marzo 2025 a Gorizia, pochi giorni prima del suo 87º compleanno. Per generazioni di tifosi, la sua voce inconfondibile ha raccontato le gesta della nazionale italiana di calcio, accompagnando vittorie, sconfitte ed emozioni indelebili.
Dalla carriera da calciatore alla cabina di commento
Nato l’8 marzo 1938 a Udine, Pizzul si era avvicinato al calcio giocato vestendo le maglie dell’Udinese e del Catania. Tuttavia, un infortunio al ginocchio pose fine prematuramente alla sua carriera sul campo, spingendolo verso un nuovo percorso: quello del giornalismo. Nel 1969 superò il concorso Rai per telecronisti e iniziò un’avventura che lo avrebbe reso una delle voci più riconoscibili dello sport italiano. Per oltre tre decenni, con il suo stile sobrio ed elegante, ha raccontato il calcio senza mai eccedere nei toni, fedele a una narrazione pacata e rispettosa.

La voce degli Azzurri
Dal 1986 al 2002, Pizzul è stato il telecronista ufficiale della nazionale italiana, raccontando cinque Mondiali e quattro Europei. Le sue cronache hanno accompagnato alcuni dei momenti più iconici del calcio italiano, come il Mondiale di Italia ‘90, vissuto con grande partecipazione dal pubblico, e la finale di Euro 2000, quando gli Azzurri sfiorarono il titolo contro la Francia. Nonostante la sua imparzialità, era evidente il suo affetto per la maglia azzurra. Nei momenti difficili, il suo timbro lasciava trasparire un velo di dispiacere, mentre nelle vittorie esultava con quella sobrietà che lo contraddistingueva.
Il legame con il Friuli e il ricordo a Lecco
Friulano nell’anima, Pizzul non ha mai nascosto il suo attaccamento alla sua terra. Amava il calcio genuino, quello fatto di passione più che di spettacolo, e spesso ricordava con nostalgia un tempo in cui lo sport aveva un ruolo più puro.
Nel 2016 fu ospite del Rotary Club di Lecco (città che ha frequentato più volte) dove raccontò aneddoti della sua carriera e il suo rapporto con il calcio. In quell’occasione, il pubblico poté apprezzare il suo spirito ironico e la capacità di narrare il gioco con leggerezza e profondità, senza mai scadere nella retorica.
Un’eredità indelebile
Con la scomparsa di Bruno Pizzul, il giornalismo sportivo perde un testimone di un’epoca, un narratore che ha saputo raccontare il calcio con misura ed eleganza. La sua voce resterà impressa nella memoria di chi, per anni, ha seguito il pallone attraverso le sue parole, sempre attente a rispettare il gioco e i suoi protagonisti.

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