LECCO – “Ormai da anni, come hanno dimostrato svariate operazioni effettuate dalla Squadra Mobile di Lecco, i paesi dell’alta Brianza, e in particolare quelli che affacciano sull’arteria stradale S.S.36, sono in mano a spregiudicate bande di nord africani che spacciano ogni tipo di droga sia di giorni che di notte. Uomini senza scrupoli, tutti clandestini e pluripregiudicati che per sfuggire a qualsiasi controllo di Polizia non esitano ad adottare comportamenti che mettono in pericolo la vita sia degli operatori di Polizia che di ignari cittadini”.
Sono le parole del segretario provinciale COiSP di Lecco, Francesco Bruno, che fa eco a quanto espresso dal Franco Maccari, Segretario Generale del COISP – il Sindacato Indipendente di Polizia, in merito al gravissimo episodio in cui è rimasto gravemente ferito un agente della Questura di Lecco, Sebastiano Pettinato, 32 anni (vedi articolo).
“Al collega vanno i nostri pensieri più affettuosi affinché riesca a superare la battaglia più difficile della sua vita. Ma le nostre critiche vanno soprattutto ai vertici del Ministero dell’Interno che solitamente predicano bene e razzolano male: questi signori devono purtroppo rendersi conto che la Brianza lecchese è terra di nessuno. Da anni questa organizzazione sindacale si è schierata affinché venisse aperto un Commissariato di Polizia in Brianza che, unitamente alle altre forze dell’ordine, potrebbero fornire una continua presenza ed un controllo maggiore del territorio. In questi anni tanti si sono riempiti la bocca, ma nessuno ha mai portato al termine questo progetto”.
“Sia chiaro – prosegue Bruno – qui non si vuole militarizzare i paesi della Brianza, come potrebbe pensare qualcuno, al contrario lo scopo da perseguire è quello di garantire una maggiore presenza dalla Pubblica Sicurezza. Chiediamo, inoltre, che siano adottati al più presto dei protocolli operativi che consentano di tutelare gli agenti di Polizia sia fisicamente che giuridicamente allorquando operino in situazioni pericolose. Servono regole chiare e precise su come effettuare un arresto, un controllo, una perquisizione e tutte quelle attività operative di polizia giudiziaria, in modo tale da evitare spiacevoli inconvenienti per gli operatori di Polizia. Un poliziotto infatti, quando va ad arrestare un pericoloso spacciatore clandestino e pregiudicato, non deve presentarsi con un mazzo di rose e un pacco di cioccolatini, ma deve avere un adeguato equipaggiamento adatto alla situazione”.
E nel caso accaduto a Mariano Comense, secondo il sindacato, probabilmente l’agente non sarebbe rimasto gravemente ferito “se avesse avuto in dotazione quello spray urticante che oggi è in libera vendita per i cittadini (buoni e cattivi), ma il cui uso non è ancora consentito alle Forze dell’Ordine. Infine rivolgiamo il nostro plauso ed un sentito ringraziamento ai colleghi della Squadra Mobile di Lecco, Milano e Como, che al termine di serratissime ricerche, hanno tratto in arrestato questo criminale.”