Dopo una lunga pausa riprendo la rubrica “Attimi” con un altro rappresentante della nutrita famiglia degli aironi. Il protagonista di quest’approfondimento è il più grande ed elegante degli ardeidi: il maestoso Airone bianco maggiore, Casmerodius albus.
Quest’uccello è tra i più grandi degli aironi presenti nel nostro territorio e a mio avviso, insieme all’airone rosso protagonista di uno dei prossimi articoli, anche il più bello ed elegante.
L’Airone bianco maggiore è caratterizzato dall’inconfondibile piumaggio completamente candido. Il becco e le zampe sono gialli così come gli occhi che sono anche delimitati da un anello verde.
Il piumaggio in periodo riproduttivo si arricchisce di nuove penne filiformi sul dorso e sul petto che appaiono come uno scialle che lo adorna. In questo periodo anche il becco cambia colore assumendo una tinta nera.
Raggiunge un peso che sfiora i 1700 grammi ed è dotato di una ragguardevole apertura alare che arriva a 170 cm con una lunghezza totale che può superare il metro.
Caccia camminando lentamente nelle acque poco profonde, compiendo un arresto e una repentina distensione del collo una volta individuata la preda; caccia pure all’aspetto restando immobile in posizione eretta oppure col collo tenuto quasi orizzontale e se le acque sono troppo profonde compie un rapido involo e un tuffo sulla preda.
Quest’uccello frequenta le zone umide, dove si nutre principalmente di pesci, anfibi rettili e insetti. Se capita a portata di becco, non disdegna catturare anche qualche topolino o qualche uccellino.
A differenza dall’airone grigio, l’Airone bianco generalmente non nidifica in garzaie poste su alti alberi ma costruisce il suo nido, fatto di bastoncini, rami e steli dal diametro di poco inferiore al metro, nel folto di canneti spesso a diretto contatto con l’acqua. Quest’animale è una specie tendenzialmente monogama con la coppia che riunisce ogni anno dopo la cerimonia nuziale del maschio nei pressi del nido per rinsaldare il legame. Generalmente la femmina depone da 3 e 5 uova. L’allevamento della prole è un compito svolto da entrambi i genitori che si prodigano per circa 40-45 giorni per portare al nido cibo sufficiente per tutti che è rigurgitato nel nido.
Nella seconda metà del Diciannovesimo secolo quest’uccello ha sofferto molto per la notevole richiesta dal mondo della moda. Questa causa insieme alla bonifica di molte zone umide ha ridotto drasticamente il numero di esemplari presenti.
Francesco Renzi
www.francescorenzi.com
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