Calolzio, manifestazione in piazza. In 300 contro le zone rosse

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Un’altra manifestazione di fronte al municipio per dire “no alle zone rosse”

Minoranze, associazioni e cittadini in piazza a Calolzio

CALOLZIOCORTE – Erano in 300 nella piazza del comune, con striscioni, bandiere e nastri colorati. Un coro comune per scandire il “no alle zone rosse” a Calolzio. I gruppi seduti in minoranza nel consiglio comunale calolziese e le associazioni attive nell’accoglienza dei migranti non hanno intenzione di lasciar scemare l’attenzione riguardo il regolamento approvato dalla giunta Ghezzi.

A inizio aprile, nel corso del consiglio comunale, la maggioranza guidata dal sindaco Marco Ghezzi, votava compatta il regolamento sui centri d’accoglienza per i richiedenti asilo, cerchiando in rosso sulla mappa di Calolzio le zone della stazione e quelle in prossimità delle scuole: vietata l’apertura di strutture ad hoc.

Corrado Conti

Nemmeno un mese più tardi di fronte al municipio: “Ci battiamo contro qualsiasi zona rossa in qualsiasi comune d’Italia, il nostro obiettivo è concreto: che l’Amministrazione ritiri e revochi fin dal prossimo Consiglio Comunale di lunedì 29 la delibera – così Corrado Conti -Questa battaglia non è fatta solo di mobilitazioni, ci siamo anche mossi da un punto di vista giudiziario; inviando tramite i consiglieri comunali una memoria al sindaco in cui sosteniamo le motivazioni per cui il regolamento è illegittimo e incostituzionale. Abbiamo anche sentito gli avvocati dell’associazione studi giuridici dell’immigrazione che cureranno i ricorsi se il regolamento verrà confermato”.

Riccardo Gatti

Un fitto programma, dalle 15 alle 17, scandito da interventi e momenti musicali. C’era anche il Comandante calolziese Riccardo Gatti di Open Arms, Ass Carpet dell’Associazione Noi Tutti Migranti, ed in collegamento telefonico Leonardo Palmisano. 

Daniele Vanoli

“2500 caratteri di un regolamento schifoso – è intervenuto Daniele Vanoli, consigliere in opposizione per Cambia Calolzio – noi siamo altro rispetto a chi continua a negare un diritto, chi nega un diritto, anche all’ultimo degli ultimi, sta negando un diritto di tutti: il diritto di autodeterminazione”.