ABBADIA LARIANA – Carlo Colombo Pisati, 77 anni, se n’è andato questa notte mentre si trovava ad Abano Terme, dopo essersi sentito male è entrato in coma diabetico poi è spirato. Imprenditore, ora in pensione, Colombo Pisati era conosciutissimo per essersi affermato nel mondo delle auto arrivando ad aprire diverse concessionarie.
Nato a Mandello nel 1935 Carlo Colombo aveva perso il padre quando era ancora in giovanissima età, fu allora che lo zio, Pisati, titolare di una piccola rivendita di automobili, decise di farne le veci, conferendogli anche il secondo cognome Colombo Pisati. Arrivò il momento in cui Carlo ereditò la piccola azienda che, in pochi anni, riuscì a trasformare in un piccolo impero ampliando la rivendita di Mandello e aprendo anche a Lecco con i marchi Fiat, Lancia e Alfa Romeo, introducendosi poi anche nel settore degli autotrasporti.
Ma la figura di Carlo Colombo Pisati è nota anche nel mondo dello sport, appasionatissimo di vela e di sci, fu nel calcio che si distinse in particolar modo con il Lecco prima, ai tempi del presidente Mario Ceppi, divenendo vice presidente della società di via don Pozzi quando i blucelesti calcavano ancora i campi di Serie B, per poi salutare Ceppi e il Lecco e approdare a Mandello all’inizio degli Anni ’80, dove ovviamente fece le cose in grande. Ben presto infatti la formazione arancioblu divennne una corazzata, numerosi gli acquisti di giovani promesse, ma su tutti fece clamore l’arrivo in panchina di Cicco Longoni che si “abbassò” ad allenare una formazione di dilettanti. “Se me lo chiede Carluccio allora vengo”, ebbe modo di dire a Giacomo Monetti, amico prima ancora che dipendente di Colombo Pisati e compagno di mille avventure nel mondo del calcio. “Voleva fare le cose in grande ed è riuscito – racconta Monetti che non nasconde la commozione nel ricordate l’amico – Carluccio era una bravissima persona, sempre disponibile. Uno di quelli fatti alla vecchia maniera,ai quali non serviva la firma, bastava una stretta di mano. Ricordo ancora quel giorno in cui mi mandò da Ciccio Longoni. Ero preoccupato e un po’ intimorito perchè un professionista del suo calibro non sarebbe mai sceso tra i dilettanti ad allenare e se lo avesse fatto chissà cos’avrebbe chiesto. E invece la sua risposta fu quella di un amico vero: ‘Se me lo chiede Carluccio allora vengo’, senza battere ciglio”. Monetti sfoglia con la mente l’album dei ricordi, poi aggiunge: “Ha aiutato un sacco di persone e se c’era da dare una mano non si tirava mai indietro, nella vita, come nello sport”. E così, tra i gesti di riconoscenza, vale la pena ricordare quello dei Ragni di Lecco, che lo hanno fatto membro onorario consegnandogli il classico Maglione Rosso.
“Ma era anche una persona diretta – prosegue Monetti – Con Longoni per esempio, non ci mise molto a esonerarlo quando gli sembrò il momento opportuno… peccato che poi mandò me a comunicarglielo…”, ride con nostalgia.
La vicenda se la ricorda bene Mauro Patriarca (Pacio): “Con mister Longoni avevo litigato, la squadra non stava vivendo un bel momento e la faccenda finì in Consiglio. Fu a quel punto che Longoni disse a Colombo Pisati: “O me, o lui”. La risposta che ricevette e che venni a sapere poi fu: “Ciao”. Al di là di questo aneddoto, a Longoni voleva un gran bene, ma così come a tutti noi. Era una persona squisita e un grande intenditore di calcio”.
Corrado Pensa “Oba”, che ha vestito i colori bluarancio a partire dalla stagione ’87 -’88, ricorda: “Quando arrivai a Mandello Colombo Pisati era in società con Renato Comini già da un paio d’anni se non sbaglio. Era un tipo fantastico, una persona esuberante intenzionata a portare il Mandello in alto. Aveva lasciato il Lecco, qualcuno diceva che aveva qualche sassolino nelle scarpe da togliersi e quindi il suo sogno era quello di arrivare a giocare il derby con il Lecco e vincere! Vero o non vero, ci andò vicino dal riuscirci dato che il Lecco arrivò in serie D mentre l’accoppiata Colombo Pisati – Comini portò il Mandello in Promozione. A quel tempo non c’era l’Eccellenza e la distanza si era ridotta a una sola categoria di differenza”.
Colombo Pisati lasciò il calcio all’inizio degli Anni ’90 e dieci anni più tardi fece lo stesso con il lavoro: “Era un’imprenditore coi fiocchi – ricorda Monetti – in quel periodo arrivò a dire: “basta, il mercato del’auto non rende più” e lasciò… per come stanno andando le cose oggi, si può dire che è stato un veggente”.
Carlo Pisati Colombo, vedovo di Silvana Tiraboschi, lascia i due figli, Davide e Sara. I funerali sono stati già fissati e si celebreranno lunedì 18, alle 16, nella chiesa parrocchiale di Abbadia Lariana comune dove risiedeva.