CALOLZIO – “Siamo sotto assedio dei ladri e nessuno fa nulla, si deve aspettare sempre che ci scappi il morto”. E’ lo sfogo di Giampiero Malaspina, artigiano di Calolziocorte e una delle vittime dei furti compiuti nella notte tra il 30 e il 31 di dicembre nella palazzina al civico 22 di via Manzoni.
I malviventi hanno colpito per ben tre volte, la notte scorsa, saccheggiando altrettanti appartamenti nonostante la presenza nelle case di due delle tre famiglie, un’abitazione era invece vuota e gli occupanti in vacanza per il Capodanno.
I ladri sono entrati nelle case forzando le finestre, forandole con un trapano: “Non ci siamo accorti di nulla – spiega l’imprenditore – in quel momento io e mia moglie dormivamo in camera nostra, lo stesso mia suocera e le nostre figlie. Hanno rovistato un po’ ovunque. Al mattino mia moglie non trovava la borsa e ci siamo accorti di quanto successo”.
Razziati, oltre la borsa contenente contanti e documenti, anche alcuni telefoni cellulari e due I-pad delle bambine: “Per prenderli sono entrati nella cameretta delle mie figlie – racconta Malaspina – Ci rendiamo conto di quello che poteva succedere se una delle bimbe avesse visto un ladro e si fosse messa ad urlare? Potevano essere picchiate o peggio, come potremo vivere serenamente ora dopo che è stata violata in questo modo la nostra sicurezza?”
I delinquenti hanno saccheggiato anche gli altri due appartamenti per poi sparire senza essere notati. Per la famiglia Malaspina si tratta del secondo furto subito nel 2014: solo sei mesi fa, la moglie, titolare dell’internet point di via Volta a Lecco, era stata derubata all’interno del locale da ignoti che erano riusciti a sottrarre la borsa contenente centinaia di euro frutto delle transazioni di money transfert.
“Ogni giorno accadono furti da queste parti e nessuno fa nulla. Lasciamo entrare in Italia tutti, anche i delinquenti e nessuno riesce a fermarli. Se vengono arrestati non vanno in carcere o ci restano ben poco. Poi vengono a chiederci sempre più soldi per le tasse! Mi vergogno di essere italiano e mi vergogno di essere di Calolzio – conclude con amarezza l’artigiano – sto seriamente valutando l’idea di spostarmi all’estero dove le cose sembrano andare meglio. Sicuramente questo Capodanno lo passeremo con tanta rabbia e spavento per quanto successo, dormiremo tutti nella stessa stanza. Chi è padre come me può immaginarsi quello che stiamo vivendo”.