L’associazione lancia l’allarme sui livelli troppo bassi del laghi lombardi
“Sul Lario ammanco di 95 milioni di metri cubi di acqua”
LECCO – Preoccupa la situazione del l lago di Como già al centro di una discussione politica sulla gestione del livello idrometrico e dei volumi d’acqua che scendono a valle. Questa volta è Legambiente a lanciare l’allarme.
“La primavera inizia in un clima di profonda incertezza per l’agricoltura padana: le riserve di acqua liquida sono quasi esaurite, e anche il soccorso della fusione delle nevi non promette miracoli – spiegano dall’associazione – Sulle Alpi, infatti, la neve c’è, ma solo alle alte quote, poiché sotto i 1500 metri il caldo mese di febbraio ha già anticipato il disgelo. Sono prove generali di cambiamento climatico, quelle che si ripetono ormai sempre più di frequente ad ogni avvio dell’annata agraria nella Pianura lombarda, fortemente dipendente dalle disponibilità di acqua per poter programmare semine e raccolti”
A preoccupare è il volume dei laghi lombardi, la grande riserva idrica, storicamente regolata, artefice delle possibilità di alimentare la rete dei canali irrigui: i dati ad oggi sono allarmanti, spiega Legambiente soprattutto per i laghi di Como e d’Iseo, dove si è già accesa la spia della riserva, poiché dall’inizio dell’anno gli afflussi dai tributari registrano un forte deficit.
Sul Lario, secondo le stime diramate da Legambiente, l’ammanco è di 95 milioni di mc (-21%), sul Sebino di 59 milioni di mc (-28%), al Verbano da inizio anno sono mancati 174 milioni di mc di afflusso rispetto alla media (-20% rispetto alla media del periodo). mentre per il Benaco il dato è ancora più grave, perché mancano 131 milioni di mc (-51%).
Per i primi tre bacini regolati, l’acqua effettivamente disponibile come serbatoio per finalità irrigue, rispetto alla capacità, è al 32% della capacità massima per il Verbano, al 10% per il Lario, al 15% per il Sebino,
“Complessivamente – spiega Legambiente – i Laghi Maggiore, di Como e d’Iseo stanno stoccando 170 milioni di mc d’acqua, su una capacità d’invaso di ben 760 milioni di mc complessivi”.
“I laghi a secco – prosegue l’associazione – in questa fase stanno cercando di limitare le perdite, riducendo i rilasci agli sbarramenti sugli emissari, ma nonostante ciò le tendenze restano negative e i livelli continuano ad abbassarsi, anche perché non sono previste, almeno per questa settimana, precipitazioni importanti. Neanche dagli invasi idroelettrici d’alta quota ci si può aspettare molto: nel bacino montano dell’Adda, ad esempio, i depositi idroelettrici sono vuoti all’80%”.