L’indagine è iniziata nel 2019, a seguito di una verifica fiscale nei confronti di una società della Brianza lecchese
Gli amministratori della società, entrambi italiani, sono indagati per frode all’IVA dal 2013 al 2018
LECCO – Nell’ambito di un’indagine sull’evasione fiscale condotta dalla Procura europea
(EPPO), il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Lecco, l’11 gennaio scorso, ha dato esecuzione a un provvedimento di congelamento di beni per un valore di oltre 10 milioni di euro, emesso dal Giudice per le indagini preliminari di Lecco, a seguito di una richiesta dei Procuratori europei delegati.
L’indagine è iniziata nel 2019, a seguito di una verifica fiscale nei confronti di una società con sede nella Brianza lecchese. Questa società era il rappresentante fiscale ai fini IVA di una persona giuridica di diritto olandese, con sede legale ad Amsterdam. Secondo le indagini, l’azienda brianzola commercializzava i propri prodotti – componenti elettrici per l’automazione – all’interno del territorio italiano, fingendo fraudolentemente che la merce fosse destinata ad altri Stati membri dell’UE e, quindi, esente da IVA, abusando della sede estera fittizia della società.
L’indagine ha dimostrato che la sede reale della società – cioè la cosiddetta “sede di direzione effettiva” – si trovava in provincia di Lecco e non nei Paesi Bassi. La società è sospettata di utilizzare un meccanismo di evasione fiscale internazionale, noto anche come “tax inversion”. Inoltre, si ritiene che la società con sede fittizia nei Paesi Bassi abbia creato un sistema societario complesso, in cui era controllata da una holding registrata nelle Antille olandesi (in un regime fiscale preferenziale) e poi da un’altra società anch’essa apparentemente con sede nei Paesi Bassi. Questo schema è noto come “Dutch sandwich”, una forma di tecnica di evasione fiscale che prevede l’utilizzo di società madri in Paesi diversi per spostare i profitti in paradisi fiscali.
Gli amministratori della società, entrambi di nazionalità italiana, sono indagati per frode all’IVA dal 2013 al 2018. L’indagine ha accertato un fatturato effettivo in Italia di circa 50 milioni di euro e un’IVA non versata di oltre 10 milioni di euro. L’esecuzione delle ricerche, del sequestro e del congelamento dei beni è ancora in corso. Tutte le persone interessate si presumono innocenti fino a quando la loro colpevolezza non sia stata provata dai competenti tribunali italiani. Anche Procura Europea – EPPO sede Lussemburgo, ha pubblicato la notizia sul proprio sito istituzionale.