Folla ai funerali di Carlo Tavecchio, ex presidente della Figc

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Il mondo del calcio riunito a Ponte Lambro per l’addio all’ex numero uno della Federcalcio

“Hai terminato il tuo campionato, ora porteremo avanti la tua passione”

PONTE LAMBRO – Una folla di persone si è riunita nel pomeriggio di lunedì a Ponte Lambro per dare l’ultimo saluto a Carlo Tavecchio, ex presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio e presidente della Lega Nazionale Dilettanti Lombardia, scomparso lo scorso 28 gennaio all’età di 79 anni.

La chiesa parrocchiale ha accolto i giovani della pontelambrese, le loro famiglie, i vertici nazionali del mondo sportivo calcistico e delle società dilettantistiche – c’erano, tra gli altri, Urbano Cairo presidente del Torino Football Club, Giovanni Malagò, presidente del Coni, Giuseppe Marotta, Direttore Sportivo dell’Inter, Adriano Galliani, vicepresidente del Monza Calcio e Damiano Tommasi, ex calciatore e attuale sindaco di Verona – le istituzioni civili e militari del territorio, i club sportivi e tantissimi cittadini, molti dei quali rimasti fuori sul sagrato. Tutti riuniti intorno alla famiglia di Tavecchio, in particolare alla moglie Eugenia, colpita da un lutto doloroso e improvviso.

Grande appassionato di calcio, ex sindaco di Ponte Lambro, Tavecchio guidò la Figc dal 2014 al 2017. Da gennaio 2021 era presidente della Lega Nazionale Dilettanti Lombardia. Una realtà, quella del calcio dilettantistico, che l’ex numero uno della Federcalcio ha sempre seguito e sostenuto con passione, convinto dell’importanza del ruolo anche sociale dello sport per i giovani. Una passione che ora, come promesso, verrà portata avanti dalla sua comunità, a cui Carlo è sempre stato fortemente legato, nonostante gli importanti ruoli di responsabilità raggiunti.

“Carlo ha sempre portato nel cuore questa comunità e il mondo dello sport soprattutto a livello giovanile – ha detto Don Stefano Dolci, parroco di Ponte Lambro – oggi siamo qui in tantissimi per un saluto di commiato. Intorno a Carlo si raduna oggi il mondo dello sport, grande metafora della vita, e forse proprio per questo lui supportava molto i giovani. Vivere seriamente lo sport può essere davvero un’occasione di cresciuta umana, che fa bene sia per il singolo che per la società”.

E ancora: “La morte non deve essere vissuta come un mostro ma come una grande maestra di vita, che ci dice che nessuno è eterno nonostante la fama, il successo e la ricchezza. Carlo ha terminato il suo campionato – ha concluso il parroco – ora tocca a noi giocare bene la nostra partita e ricordare Carlo in modo vero, portando avanti la sua passione e la sua premura per il mondo giovanile dello sport, grande palestra di vita vera”.

Al termine della messa il corteo funebre ha accompagnato la bara di Carlo Tavecchio al cimitero del paese dove riposerà per l’eternità.

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