Chiesa di Rancio gremita e tanta commozione per l’addio
“Sempre pronto a dare una mano e a sorprendere, nell’impossibile”
LECCO – La chiesa di Rancio non è riuscita a contenere tutte le persone che oggi pomeriggio hanno voluto dare l’ultimo saluto a Giorgio Panzeri, colonna dell’associazione Tagme – Diamoci da fare e conosciutissimo a Lecco. Tanta la commozione per la morte di una persona che è stata capace di dare tanto.
La Messa è stata celebrata dal parroco don Claudio Maggioni, affiancato dagli ex parroci del rione ed ex coadiutori dell’oratorio che hanno potuto conoscere da vicino Giorgio. Presenti anche i compagni di scuola del figlio Michele che hanno fatto sentire tutta la loro vicinanza in questo momento tanto duro.
E’ stato don Davide Caldirola a tracciare un affettuoso ricordo di Giorgio durante l’omelia: “Giorgio lavorava spedendo cose in tutte il mondo, ma il suo cuore andava al di là. Non c’era soltanto un lavoro che lo faceva direttamente essere presente nel mondo intero, ma c’era un mondo intero che entrava in lui: la sua passione per le missioni, la sua passione per i luoghi che frequentava… L’esatto contrario di una vita che si chiude. Il momento di una morte così è sempre una grande prova di fede, ma nessuna fede vera è esente dalla prova. Dobbiamo dubitare della fede di chi non ha mai dubbi”.
“Il Vangelo ci dice di mettere in pratica il bene ricevuto – ha continuato Don Davide -. Un bene che è come un seme da consegnare alla terra, come consegneremo alla terra Giorgio. Quanto ci mette un seme a diventare pane? Abbiamo bisogno di tenere al caldo questo seme che deve avere il tempo di crescere. Il vangelo ci dice che chi ama la propria vita la perde, ossia la regala agli altri, così come Giorgio ha regalato la vita alla sua famiglia, ai suoi genitori, a coloro che gli hanno voluto bene, che l’hanno incontrato e che l’hanno conosciuto. Il modo migliore per onorare la vita è regalarla e non tenerla per noi. Dio ci ha donato Giorgio come un seme, ce lo dona ancora e ce lo donerà sempre”.
Il ricordo degli amici del Tagme
Particolarmente commosso il ricordo degli amici dell’Associazione Tagme – Diamoci da fare che hanno condiviso con Giorgio un pezzo importante di vita.
“‘Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile, e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile’. San Francesco d’Assisi.
Ci piace ricordare così il nostro caro amico Giorgio.
Forse perché alle volte era ‘impossibile’ collaborare con lui senza brontolare, ma sicuramente ciò che non era impossibile capire erano e sono la sua bontà di cuore e la sua voglia di fare.
Darsi da fare, mattone su mattone.
E di fare, mattone su mattone, ne è stato fatto tanto.
Pensiamo soprattutto agli amici della Guinea Bissau, ma anche ad altre realtà come Mir Sada, la Siria, le scuole nei villaggi, i pozzi, la casa sulla Roccia… e potremmo andare avanti.
Sì, Giorgio è stato ed è una delle fondamenta della nostra associazione, non possiamo negarlo.
Sempre disponibile nel mettersi in gioco, anche quando l’umore sembrava non esserlo oppure quando si perdeva nelle cose pratiche, ma sempre pronto a dare una mano e a sorprendere, nell’impossibile.
Era il filo rosso che univa il gruppo, così da rendere quello che spesso si credeva impossibile una concreta testimonianza del ‘darsi da fare’.
Nella vita, come diceva il nostro padre Roby (Roberto Donghi, ndr), siamo chiamati ad essere Segni.
I Segni che Giorgio ci lascia sono molti.
Sono la testimonianza di una vita bella, da custodire, in ogni momento, fino all’ultimo respiro.
Sono segni di amicizia, di atmosfere scoppiettanti, di allegria, di solidarietà, di fratellanza, di onestà, di amore. Possiamo dire, oggi più che mai, di pace.
Come stai Giorgio? Bene.
E allora…
Cominciate col fare ciò che è necessario… bene.
Poi ciò che è possibile… bene.
E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile… bene!”
Il ricordo del fratello Marco
Dopo il grazie dei genitori a Giorgio per essere stato un bravo figlio, è stato il fratello Marco a ricordarlo: “Entusiasmo, allegria, generosità, immensa bontà. Chi ti ha conosciuto non può che riconoscerti queste qualità, oltre a una carica ‘della Madonna’ e a una spontaneità che animava qualsiasi situazione in cui eri presente.
Altre tue qualità erano la discrezione, il senso di protezione e l’umiltà. In un’epoca dove l’arroganza la fa da padrone, tu hai dato a chi ti circondava, con il tuo naturale atteggiamento, lezioni di umiltà, di pacatezza e di comprensione, ma soprattutto non ti ho mai sentito lamentare per un problema o qualsiasi altro motivo, incredibilmente anche in questo ultimo anno.
Sei stato un esempio silenzioso.
Quando una persona se ne va c’è sempre il rimpianto di non aver detto tante cose, per questo, come diceva un artista, si dovrebbero fare i funerali da vivi. Perciò voglio anche dire che tu sei stato un uomo eccezionale anche grazie alla fortuna di avere due genitori immensi, due persone col cuore puro, generosi, sempre a disposizione di chiunque. Credo seriamente che anche persone come il Papa o Gandhi avrebbero qualcosa da imparare da loro. Persone buone, semplici e gentili come Giorgio, come Valeria, come lo è e lo sarà di sicuro Michele, come Ambrogio, Carla, i tuoi amici Matteo, Federico, Raffaele e tutti gli altri del Tagme.
Possiamo solo ringraziarti e non c’è nemmeno bisogno di chiederti di proteggerci perché l’hai sempre fatto e lo stai già facendo.
Ciao Giorgio, insegna agli Angeli a girarsi in un fazzoletto”.