Lecco. L’addio al fotografo Mario Marai: “Sapevi cogliere l’essenziale”

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L’ultimo saluto a un personaggio che, con discrezione, per tanti anni ha saputo raccontare Lecco

I nipoti: “Sei stato un nonno davvero speciale, con la tua serenità ci hai insegnato tante cose”

LECCO – “Un uomo che con le sue immagini ha raccontato la storia della sua famiglia e la storia della città di Lecco. E, se permettete, quel tocco di piacere nel fare le foto forse un po’ lo devo a lui. Ormai 34 anni fa, quando ero al Collegio Volta, andavo da lui a stampare le foto, ricordo ancora quel negozio così bello. Lui che poi ho salutato in questi anni come il decano dei fotografi“.

Don Andrea Lotterio, nell’omelia, ha ricordato con queste parole Mario Marai, conosciutissimo fotografo di Lecco scomparso venerdì scorso all’età di 88 anni. Questa mattina, nella chiesa del rione di Castello, il parroco don Mario Fumagalli ha celebrato i funerali insieme a don Andrea Lotterio e don Egidio Casalone. In molti hanno voluto dire addio a una persona che è stata capace di lasciare il segno con la sua presenza sempre discreta: giornalisti della vecchia guardia, ma anche giornalisti più giovani, rappresentanti della associazioni cittadine e amministratori che hanno incrociato il suo cammino in tutti questi anni.

“Una lunga storia di vita, partita da lontano, dal lago Maggiore, fino ad arrivare a Lecco dove ha incontrato la donna della sua vita, Carmela. Una storia dedicata alla famiglia, ai figli, ai nipoti. Una storia dedicata al lavoro, con passione – ha detto don Andrea -. Abbiamo visto in Mario una capacità straordinaria di vivere l’oggi ed essere cittadino del mondo. Di legarsi, di amare e di incontrare tutti senza clamore o apparenza, ma con discrezione e vicinanza. Con uno stile che era solo suo”.

“Il suo sorriso, il suo carattere aperto. L’abbiamo sempre visto prendere in mano la situazione e mettere in posa le persone per la fotografia, ma non era solo una questione di lavoro, come dice il Vangelo era preparare un posto per ciascuno. Il suo sguardo si è sempre spinto ben oltre l’obiettivo della sua inseparabile macchina fotografica: questo significava saper cogliere l’essenziale. Mario era un professionista, una persona delicata, un uomo buono, con quel senso critico e anche l’ironia. Le sue parole hanno messo a proprio agio persone importanti e persone semplici”.

“La morte non deve farci paura perché è solo un passaggio e credo che Mario lo sapesse bene – ha concluso don Andrea -. Con questa fiducia credo che abbia svolto il suo lavoro con questa capacità di raccontare da un punto di vista diverso decenni di fatti di questa città, dai grandi eventi alle piccole storie quotidiane. Presente sempre sul campo, infaticabile, fino all’ultimo scatto. Mario ha perso una casa qui per ritrovarne un’altra, insieme alla sua Carmela. Ora è arrivato il momento di continuare a fotografare, ma questa volta dall’alto per questi scatti che ora sono eterni”.

Il ricordo della figlia Anna

“Ciao papi, così ti chiamavo e continuerò a chiamarti. Te ne sei andato in punta di piedi, come hai sempre desiderato. L’importante per te era non dare disturbo. Mi dicevi sempre ‘hai già tanto da fare con la tua famiglia, pensa a loro che io mi arrangio’. Sei sempre stato molto generoso con tutti, lo hai sempre fatto in silenzio, per te era più importante donare con gioia piuttosto che ricevere. Quante cose mi ritornano alla mente, per te c’era innanzitutto il tuo lavoro che non volevi chiamare così, ma era la tua grande passione. La tua adorata moglie Carmela, Marco, io, la tua bambina, come mi hai sempre presentato alla gente. Sei stato un papà premuroso e attento. Quando ero bambina ricordo che ti seguivo quando andavi a fare i servizi fotografici, ero orgogliosa di stare con te perché andavo davanti a tutti. Come non ricordare i nostri giri in montagna, il Ferragosto ai Piani delle Betulle a raccogliere i mirtilli che ci piacevano tanto. La tua passione per la Calcio Lecco che mi hai trasmesso e mi hai portato a seguire e fotografare. Mi hai sempre incoraggiata nelle mie passioni, la ginnastica artistica. Poi ho conosciuto Beppe e sono nati i nostri figli, Riccardo, Filippo e Jacopo, sei sempre stato presente nella loro vita, li portavi a Neguggio a raccogliere le castagne, a Versasio a giocare agli indiani e alla Bonacina a costruire le dighe nel torrente. Tutti e tre hanno giocato a pallone nella Zanetti e tu sei sempre stato presente. Eri ottimista e questa tua forza e determinazione ti ha permesso di superare anche la perdita della mamma. Eri indipendente e se ti chiedevo se avevi bisogno, la tua risposta è sempre ‘no, grazie’. E così, mentre noi pensavamo a come aiutarti, tu hai pensato di fare da solo e sei salito in cielo. Ciao papi e grazie di tutto”.

Il ricordo dei nipoti

“Sei stato un nonno davvero speciale: attento, premuroso, altruista, sempre presente. Tu c’eri sempre e mi hai sempre detto di sì, mi hai scarrozzato ovunque. Grazie perché per me sei stato davvero fondamentale, un punto di riferimento. Sempre allegro e sorridente, ogni giorni arrivavi a casa nostra, bussavi alla porta, entravi e portavi quell’allegria che a volte ci mancava. Difficile non notarti perché anche a distanza, appena ci vedevi, iniziavi a fischiare e capivamo che eri tu, il nostro nonno, un nonno dal cuore d’oro. Hai vissuto fino alla fine con una grande passione quella per la fotografia. Ti voglio ringraziare perché con la tua serenità sei riuscito a insegnarmi tante cose che non scorderò mai. Sono orgoglioso di essere tuo nipote, grazie di tutto”.