L’ultimo saluto a Don Valerio Fratus, l’affetto dei suoi parrocchiani

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Chiesa gremita ad Acquate per i funerali del sacerdote

Anche l’arcivescovo Delpini ricorda don Valerio: “Ha lasciato un segno in ogni comunità dove ha operato”

 

LECCO – C’erano i suoi parrocchiani di Crevenna per salutarlo un’ultima volta, così come i fedeli delle altre parrocchie dove negli anni don Valerio Fratus ha portato il suo servizio, lasciando un segno nelle comunità, c’erano anche i sacerdoti che con lui hanno condiviso la missione pastorale: una piccola folla riunita come in un abbraccio al religioso scomparso per i funerali che nel pomeriggio si sono svolti nella chiesa di Acquate a Lecco.

Don Valerio, 77enne di origini bergamasche e residente a Longone al Segrino, per quattordici anni è stato parroco della frazione erbese, Crevenna, i cui fedeli si sono organizzati con un piccolo pullman per poter raggiungere il rione di Acquate a Lecco dove il sacerdote era stato assegnato negli ultimi suoi anni. E’ stato anche parroco a Bellusco e poi rettore del Santuario della Beata Vergine del Lazzaretto ad Ornago.

“Nelle parrocchie dove ha operato ha lasciato un ricordo importante di sé – lo ha ricordato l’arcivescovo Delpini nel messaggio a lui dedicato e letto in apertura della funzione da mons. Maurizio Rolla – la sua è stata un’opera attenta e lungimirante, ha fatto in modo che le comunità avessero le strutture di cui necessitavano e che le persone le vivessero. La malattia troppo aggressiva e poi la morte hanno interrotto troppo velocemente il suo ministero”.

La chiesa gremita ai funerali “è la testimonianza di un gesto semplice e pieno di affetto che ognuno di noi ha voluto fare per don Valerio – ha sottolineato mons. Franco Agnesi, vescovo ausiliare di Milano che ha celebrato il rito funebre – ciascuno di noi vuole rappresentare il suo servizio, ciò che ha condiviso con don Valerio”.

“Il senso di un prete – ha proseguito mons. Agnesi – è quello di preparare i suoi fedeli all’incontro con Cristo e don Valerio se ne prendeva cura nel suo modo particolare. Possiamo ricordarlo anzitutto nel suo servizio alla memoria di Gesù. Nota era anche la sua devozione per Maria di Magdala, a cui portava grande affetto. Io credo che anche lui, come la santa, si sia sentito chiamare per nome da Gesù e sia stato colto da grande gioia”.