Lutto nel mondo dell’alpinismo: è morto il Ragno Giovanni “Stizza” Carcianiga

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Nato nel rione di Rancio, aveva 93 anni

“Era un uomo onesto e una persona di grande cultura che merita stima e rispetto”

LECCO – Lutto nel mondo dell’alpinismo per la morte del Ragno Giovanni Carcianiga per tutti “Stizza” soprannome che gli affibbiarono gli amici per il suo temperamento.

Nato nel 1927 a Lecco nel rione di Rancio dove è vissuto e cresciuto, ha lavorato presso l’allora Vellutificio Redaelli per poi sposarsi, matrimonio dal quale ha avuto un  figlio.

Carcianiga inizia ad arrampicare da giovane esplorando la zona del San Martino e della Medale: le montagne di casa; prima insieme a Giovanni Ratti e Antonio Castelnuovo (Nisa), poi con Giuseppe Spreafico (Pepetto) e Vittorio Rota.

Prima che nascesse il Gruppo Ragni (anno 1946) Carcianiga insieme ad altri amici appassionati di montagna e di arrampicata fece parte di quel gruppo chiamato “I Sempre al verde” perché, come spiegava lo stesso “Stizza”: “Ghera mia de danèe” (non c’erano soldi).

“Stizza” non era l’unico soprannome che aveva, infatti Carcianiga venne ribattezzato anche “Whymper”. Fu in occasione di una gita alla Presolana alla quale Carcianiga si presentò con un paio di pantaloni, modello “Whymper” appunto (probabilmente così chiamati perché utilizzati dall’omonimo alpinista inglese), molto stretti dal polpaccio in giù per consentire una calzata facile degli scarponi. In quell’occasione a schernirlo, bollandolo come “Whymper” fu Ginetto Esposito, soprannome che gli rimase per tutta la vita insieme a quello di “Stizza”.

Innumerevoli le scalate effettuate da Carcianiga nel lecchese e non solo. Tra le imprese da ricordare quella nel 1985 con la spedizione del Cai Ballabio capitanata da Casimiro Ferrari che conquistò l’Ama Dablam (Nepal).

“Era una persona di grande cultura che merita stima e rispetto – ricorda il Ragno Dino Piazza – Un uomo onestissimo e questa è una qualità molto importante perché in montagna in certe situazioni non si può barare. Ricordo in particolare due spedizioni fatte insieme: una nella zona del Cerro Torre in Patagonia e quella più complicata al San Valentin in Cile dove finimmo entrambi all’ospedale a causa di un congelamento”.

Per i Ragni di Lecco, e non solo, se ne va una storica figura del gruppo e dell’alpinismo lecchese.