Malnago. Villette e abusi edilizi, tre condanne: “Ho lottato per anni e hanno perso loro”

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Le villette di Malnago

Nei giorni scorsi la sentenza di primo grado. Dopo anni di battaglie legali il sollievo di chi ha vissuto un’odissea

Stefania “Steppo” Valsecchi: “Volevano togliermi la dignità ma non gli ho dato il permesso”

LECCO – “Hanno perso loro. Volevano togliermi la dignità ma non gli ho dato il permesso”. Adesso c’è un punto da cui ripartire, ha combattuto anni per far valere la verità. Ci ha creduto anche quando tutto sembrava perduto, quando ai problemi si sono aggiunti altri problemi. Stefania “Steppo” Valsecchi, volto noto della città che ha sempre portato Lecco nelle sue molteplici avventure sportive, ha cercato di non perdere mai il suo sorriso e forse questa è stata la chiave: quella positività che ha trasmesso con i suoi viaggi ha dovuto metterla in campo tutta in questi anni complicati.

Lei è una delle persone rimaste invischiate nel caso delle “villette abusive” costruite oltre una decina di anni fa a Malnago dalla Curti Costruzioni e vendute dalla immobiliare Poggi Srl con Giorgio Siani, ex sindaco di Mandello, che figurava come progettista e direttore lavori.

La storia

Stefania Valsecchi acquista casa nel 2010, nel 2013 iniziano i primi problemi legati a vizi costruttivi che causano importanti infiltrazioni di acqua. Scoprirà presto che non saranno i problemi più grossi di quella casa: nel febbraio 2016 la Polizia Locale pone sotto sequestro le 14 villette e partono le indagini per presunti abusi edilizi. I proprietari come Stefania Valsecchi (cinque le unità immobiliari coinvolte) scoprono di aver acquistato immobili che non potevano essere venduti perché parte di quelle volumetrie non dovevano essere realizzate. Una doccia fredda che le toglierà il sonno per molto tempo. Tra carte e avvocati si arriva al luglio 2018 quando un’altra tegola piomba tra capo e collo con l’ordinanza di demolizione del comune di Lecco. Poi il ricorso al TAR per prendere tempo e bloccare un’ordinanza che sarebbe diventata effettiva entro 90 giorni.

Lei non si piega e, assistita dal suo legale Arianna Imbasciati, va fino in fondo: “Nel febbraio 2020 sono cominciate le udienze – racconta Valsecchi -. Come la maggior parte delle persone, non ero mai stata in un’aula di tribunale. Mi sentivo un po’ come Davide contro Golia. Mi sembrava di vivere in un film, è stata davvero dura ma ho sempre cercato di guardare avanti”.

Nel dicembre 2021, la prima bella notizia con la decadenza dell’ordinanza di abbattimento e il 28 gennaio scorso il giudice Nora Lisa Passoni del Tribunale di Lecco emette la sentenza di 1° grado che stabilisce anche il primo punto fermo nella difficile vicenda umana vissuta dalla lecchese. I tre imputati con le accuse a vario titolo di abuso edilizio, truffa e falso, vengono condannati: per Giorgio Siani, direttore lavori, la pena è di 16 mesi; per Stefano Cristian Fontanive, amministratore delegato della immobiliare, 10 mesi (assolto rispetto all’accusa di truffa); per Ivan Curti, costruttore, 6 mesi.

Stefania Valsecchi
Stefania Valsecchi

Il sollievo dopo aver rischiato di perdere casa

“Ho lottato per anni. Ho avuto paura, sono stata molto stanca e nel contempo ho perso la persona che amavo e che mi era stata accanto in questa storia – ha raccontato Stefania Valsecchi -. Ho trovato le persone giuste: l’avvocato Arianna Imbasciati, l’Ingegner Matteo Calvi; ma soprattutto le mie amiche che hanno avuto, nonostante tutto, l’audacia e il grande coraggio di stare accanto a me in tribunale: Monica Scola e Simona Ferrario.
Nonostante tutto, in questa folle vicenda, non ho mai voluto comportarmi come una vittima ma, al contrario, ho sempre cercato di reagire”.

Lo stesso spirito che ha messo in ogni sua avventura, l’ha messo anche in questa spiacevole storia: “Dall’inizio alla fine ho sempre detto la verità e ho combattuto per la verità. Per quando a volte possa essere difficile è come quando scendi un fiume in canoa e affronti le rapide, non devi concentrarti sullo scoglio altrimenti ci vai a sbattere, ma devi guardare oltre e trovare la motivazione per proseguire – ha detto -. Non dobbiamo seguire il cammino su cui ci vorrebbero portare altri, perché altrimenti saranno loro a scrivere il copione della nostra vita. Scriviamo noi la trama della nostra anima, nel bene, nonostante e dentro tutto”.