Chef simbolo del Lario, ha diretto il Monte Codeno di Varenna dal 1974
Ha guidato l’Associazione Cuochi di Lecco. Nel 2009 è stato nominato Cavaliere al Merito della Repubblica
VARENNA – “Comunico con la tristezza nel cuore che il nostro amico, collega e presidente onorario della nostra associazione ci ha lasciato pochi minuti fa. Riposa in pace fratello Ferruccio. Un grande abbraccio a tutti i familiari e sentite condoglianze. Abbiamo perso un altro pilastro della nostra associazione, uno dei primi cuochi che hanno fondato la Federazione Italiana Cuochi”.
Con queste parole cariche di commozione, Vincenzo Di Bella, attuale presidente dell’Associazione Cuochi di Lecco e Provincia, ha annunciato la scomparsa di Ferruccio Castelli, figura storica e indimenticabile della ristorazione lecchese e nazionale. La notizia è arrivata nel tardo pomeriggio di oggi, 9 giugno, lasciando sgomenti i tanti che lo hanno conosciuto, stimato e apprezzato.
Classe 1947, varennese doc, Castelli è stato per decenni un punto di riferimento per la gastronomia del Lago di Como. La sua carriera, cominciata giovanissimo a 14 anni come aiuto cuoco al celebre “Biffi” di Milano, si è snodata tra alcune delle più prestigiose cucine d’Italia e dell’estero: Bellagio, Saint Moritz, Madesimo, fino al ritorno nella sua amata Varenna, dove nel 1974 rilevò il ristorante Monte Codeno, trasformandolo in un apprezzato albergo con cucina specializzata nei piatti di pesce di lago.

Quella di Castelli non è stata solo una vita tra i fornelli, ma una missione nella valorizzazione della tradizione gastronomica lariana. “Riso e filetto di pesce persico”, tra le sue ricette simbolo, è ancora oggi considerata un’icona della cucina comasca. Le sue creazioni hanno conquistato palati illustri, da Vittorio Bachelet al premio Nobel Carlo Rubbia.
Instancabile promotore del territorio, nel 2014 si era messo nuovamente in gioco accettando di curare la rubrica “Piccola cucina lariana” sul sito www.varennaturismo.com, lanciando un progetto che univa turismo e cultura gastronomica. Ogni quindici giorni, i visitatori trovavano una nuova ricetta firmata da lui, accompagnata da storie, aneddoti e consigli. La rubrica, nata in coincidenza con Expo Milano 2015, fu un successo, testimoniando quanto Ferruccio amasse ancora trasmettere la sua esperienza e la sua passione, anche dopo aver “spento i fornelli” per godersi un meritato riposo.
Ma il riposo, in fondo, era solo apparente. Castelli ha continuato a tenere corsi di cucina nel mondo, dal Sud America al Sud-est asiatico, esportando i sapori del lago oltre i confini nazionali. Nel 2009 era stato insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, riconoscimento al suo impegno e alla dedizione profusa in oltre cinquant’anni di attività.
La sua eredità più importante resta però nella comunità dei cuochi lecchesi, di cui è stato fondatore e presidente per ben 16 anni. “Sono come il latte in scadenza” – diceva con la sua proverbiale ironia quando, nel 2013, decise di lasciare il timone dell’associazione – “Dopo 16 anni di presidenza è arrivato il momento di lasciare”. Ma non aveva mai davvero smesso di esserci: past president, presidente onorario, mentore e amico di tanti giovani cuochi che a lui devono ispirazione e incoraggiamento.
Oggi, il mondo della cucina perde una guida, Varenna perde un simbolo, e chi ha avuto la fortuna di conoscerlo perde un uomo autentico, schietto e generoso. Alla famiglia Castelli, l’abbraccio sentito di una comunità intera. Ferruccio non sarà dimenticato. Ha cucinato per i grandi, ma soprattutto ha cucinato con il cuore.

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