Gilardoni Raggi X, dipendenti vessati anche alla toilette

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Al processo parlano i dipendenti della fabbrica di Mandello

“Richiamati e insultati perché usavamo i servizi”

MANDELLO – Pausa “wc” vietata almeno fino alle nove della mattina, una regola che non tutti riuscivano a rispettare, finendo per essere ripresi dalla direzione aziendale: succedeva anche questo alla Gilardoni Raggi X prima del nuovo corso della fabbrica e quindi della nuova gestione aziendale, almeno è quanto ha raccontato mercoledì in tribunale uno dei dipendenti dell’azienda di Mandello, durante l’udienza odierna.

Maria Cristina Gilardoni, ex presidentessa e socia di maggioranza

Il processo in questione è quello sulle presunte vessazioni denunciate dai lavoratori della fabbrica mandellese da parte della patrona Maria Cristina Gilardoni, oggi non più alla guida dell’azienda, e del suo ex braccio destro, l’allora direttore del personale Roberto Redaelli.

“Personalmente sono stato richiamato più volte dalla ‘signora’ perché mi recavo ai servizi prima dell’orario consentito. Purtroppo non potevo fare altrimenti. ‘Si organizzi a casa sua’ è stata la risposta che ho ricevuto”. Non solo: “Almeno tre volte mi ha domandato se mi recassi in bagno a masturbarmi. Spesso, quando utilizzavo i servizi, ricevevo una chiamata da parte del sig. Redaelli, ipotizzavo che curasse i miei spostamenti verso la toilette”

A parlare al banco dei testimoni è il coordinatore dell’Ufficio Amministrativo della Gilardoni, Luciano De Martin, al lavoro alla Gilardoni dal febbraio del 2015 e oggi assunto a tempo indeterminato, dopo quattro proroghe.

Roberto Redaelli, ex capo dell’Ufficio Personale

La vicenda dei bagni è singolare ma non è l’unica raccontata dal lavoratore: “Tutta l’attività sembrava fatta per opprimere la nostra situazione di dipendenti – ha proseguito – porte e finestre dei nostri uffici dovevano restare chiuse, dovevamo lasciare borse e cappotti nei ripostigli, le donne potevano portare in ufficio solo borse trasparenti. Una collega è stata richiamata dal capo del personale perché andava in bagno con una bustina colorata, quella degli assorbenti. Alle sue rimostranze, Redaelli si è spinto a dirle di tenerseli, non in borsa, ma in mano”.

Il dirigente, che aveva 59 anni quando ha fatto il suo ingresso in Gilardoni, è finito in breve sulla ‘lista nera’ come l’ha lui stesso definita, “la lista delle persone che non erano più nelle grazie della signora”.

La stessa lista su cui sarebbero finiti molti altri, tra loro anche Sergio Carugo, sindacalista della Rsu , in Gilardoni dal 1992 con la moglie Monia, e Ivo Conti, ex dipendente dell’amministrazione, chiamati entrambi a raccontare al giudice la loro esperienza in azienda.