La commozione del sindaco Cristina Citterio per la morte dell’amata suor Luisa Dell’Orto
“Ci prepariamo come paese a dare rispettosamente valore a lei e alla sua testimonianza, in una memoria che si farà, come Suor Luisa vorrebbe, ancor più operosa”.
LOMAGNA – “Suor Luisa è stata e resta mattone tangibile dell’edificio delle relazioni, della cultura, della pace, del bene, della fratellanza, della fede viva”. Sono parole cariche di emozione, affetto e incredulità per quanto avvenuto quelle pronunciate dal sindaco Cristina Citterio all’indomani della morte, brutale e feroce, di suor Luisa Dell’Orto, missionaria nata e cresciuta a Lomagna, uccisa ieri mattina (sera in Italia) durante una rapina ad Haiti.
Legata e sempre in contatto con la sua Lomagna, non solo grazie ai familiari, ma anche al gruppo missionario Il Germoglio, nato proprio per sostenere la sua attività, suor Luisa verrà ricordata con un rosario di suffragio domani, lunedì, alla presenza dell’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, in attesa che la salma possa fare rientro in Italia.
“A nome di tutta l’Amministrazione Comunale, dei gruppi consiliari e in rappresentanza di tutta la società civile esprimo il più profondo cordoglio – le parole del sindaco – . L’abbraccio più grande e forte alle sorelle Maria Adele e Carmen, al fratello Padre Giuseppe, ai nipoti e ai pronipoti tutti. Un abbraccio che raggiunge anche tutte le persone che l’hanno incontrata e conosciuta, ai suoi ragazzi e a tutta la comunità di Haiti. Un abbraccio che travalica distanze e confini”.
Un abbraccio carico di dolore: “Siamo tutti uniti nello sconvolgimento, nello sconforto, nello sgomento, nella non accettazione, che ci fa quasi arrivare ad un moto di ribellione. Questo è il luogo deserto che attraversiamo insieme oggi. Ma gli occhi tersi e limpidi di Suor Luisa, la sua dedizione totale a Dio attraverso il suo essere missione e servizio agli e per gli altri, per i piccoli, per i giusti, ci inviterebbero, con tenace mansuetudine, a non cedere alla tentazione del seguire la violenza e la disperazione. Proprio la violenza che l’ha portata via è ciò che lei ha combattuto con la forza amorevole, resistente e testarda del costruire sempre, del non arrendersi, del restare, del perseverare. Suor Luisa è stata e resta mattone tangibile dell’edificio delle Relazioni, della Cultura, della Pace, del Bene, della Fratellanza, della Fede viva”.
Da qui un appello che rappresenta un impegno per il futuro: “Ci prepariamo come paese a dare rispettosamente valore a Lei e alla sua Testimonianza, in una memoria che si farà, come Suor Luisa vorrebbe, ancor più operosa”.