Il commosso addio a Franco Spreafico, imprenditore intraprendente e generoso
Il toccante messaggio dei figli: “Ci hai insegnato che con l’educazione, l’umiltà e la determinazione si può arrivare ovunque”
MISSAGLIA – “Me lo vedo già in Paradiso che chiede se sia davvero vera la faccenda dell’eterno riposo e se può iniziare a fare qualcosa”. E’ con questa bella immagine che don Carlo Pirotta ha concluso l’omelia del funerale di Franco Spreafico, l’imprenditore brianzolo, intraprendente e generoso, scomparso lunedì all’età di 74 anni.
Troppo piccola la chiesa parrocchiale di Lomaniga, la frazione di Missaglia dove Spreafico era nato e cresciuto e viveva con la moglie Lorenza, per contenere le tantissime persone giunte per testimoniare affetto, stima e riconoscenza verso un uomo capace di costruire, dal niente, un impero imprenditoriale restando, allo stesso tempo, umile, genuino e profondamente buono.
Tratti che don Carlo ha messo in luce nella bella e profonda predica in cui ha evidenziato la capacità di Spreafico di riuscire a farsi amare da tutti grazie a un carattere gioviale e altruista, che non escludeva mai nessuno: “Fino praticamente all’ultimo giorno è stato sul luogo di lavoro, la sua frontiera, dove ha testimoniato il valore di essere al servizio. L’eredità che ci lascia non è quella costituita dai soldi e dagli immobili, ma quella formata dalla testimonianza di dedizione al lavoro e agli altri”.
Rivolgendosi in particolar modo ai nipotini Tommaso e Niccolò, don Carlo li ha esortati a essere orgogliosi del nonno e della sua “lezione” di vita.
Un orgoglio ribadito dai figli Roberto, noto anche per l’impegno nel settore calcistico, e Daniele: vincendo l’emozione e il dolore, proprio quest’ultimo è salito sul pulpito per leggere un bellissimo messaggio rivolto al padre. “Caro papà, qualcuno ha detto che l’esempio non è il miglior modo per insegnare, è l’unico modo. Tu ci hai insegnato che con l’educazione, l’umiltà e la determinazione si può arrivare ovunque. Tu ci hai insegnato che bisogna fare del bene sempre, senza necessariamente aspettarsi nulla in cambio. Tu ci hai insegnato che sbagliando si impara e, infatti, di errori ce ne hai lasciati commettere tanti. Ci hai insegnato che le aziende sono fatte prima di persone che di muri e macchinari. Mi hai insegnato a essere un padre responsabile e speriamo di averti reso orgoglioso di noi”.
Parole profonde aperte anche al futuro: “Ti promettiamo che porteremo avanti quanto da te creato insieme alla mamma, proseguendo nel solco tracciato dallo spirito di innovazione, dall’indomabile abnegazione al lavoro e dalla ricerca continua che ti ha sempre contraddistinto. Porteremo per sempre nel cuore il tuo esempio di dedizione, lungimiranza, saggezza, perché nonostante i gradi traguardi raggiunti, non hai mai perso la tua umiltà e hai mantenuto saldo il tuo attaccamento alla nostra famiglia e alle tue radici. Ne abbiamo avuto l’ennesima conferma in questi giorni, ce lo hanno raccontato tutte le innumerevoli persone che sono venute a salutarti e a dirti grazie. Siamo orgogliosi di aver avuto un pare straordinario come te e spero che tu lo sia stato anche di noi. Grazie, papà”.
A ricordare l’amico Franco anche il conte Alberto Uva che si è appellato ai ricordi, potenti ed indelebili, dei tanti momenti vissuti con Spreafico per sopravvivere allo sconforto, profondo e doloroso, provocato da una morte veloce e inaspettata. “Era una persona buona, gentile, altruista e generosa, con un’etica profonda del lavoro e una spiccata solidarietà verso gli altri. Franco non potrà morire davvero finché coltiveremo il suo ricordo”.
Al termine della funzione religiosa, a cui hanno preso parte anche i sindaci di Missaglia Paolo Redaelli e di Merate Mattia Salvioni, insieme a tanti imprenditori del territorio e ai dipendenti di oggi e di ieri del gruppo Spreafin, un lungo corteo ha accompagnato il feretro fino al cimitero locale.
Ad assicurare il regolare svolgimento della cerimonia erano presenti una pattuglia di carabinieri, la polizia locale di Missaglia e i volontari dell’associazione carabinieri in congedo.