Videocollegamento tra il tribunale di Lecco e i carceri di Bergamo e Verona dove sono detenuti da mercoledì
A loro carico 28 capi di imputazione per un totale di 47 furti compiuti nel Meratese e nella vicina Bergamasca
MERATE – Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere le cinque persone accusate di aver messo a segno 47 furti nel Meratese e nella vicina Bergamasca, finite in carcere mercoledì a seguito dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica di Lecco.
Questa mattina, venerdì, con due distinti video collegamenti, uno dal carcere di Bergamo dove risultano detenute le due persone arrestate nel cuore della notte a Canonica d’Adda e uno da quello di Verona, dove sono stati tradotti gli altri tre, dopo il blitz effettuato dai carabinieri in autostrada vicino alla città veneta, gli indagati hanno preferito non rilasciare alcuna dichiarazione lasciando tempo agli avvocati di studiare il corposo fascicolo da cui è scaturita l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Indagini lunghe e certosine, fatte di intercettazioni ambientali e telefoniche, appostamenti e controlli al fine di acquisire gli elementi utili a incastrare la banda, accusata di aver messo a segno quasi 40 colpi, tra effettuati e tentati, in una decina di comuni del Meratese e della vicina Bergamasca. Sono 28 i capi di imputazione contestati con diversi addebiti di responsabilità ai cinque arrestati che avrebbero agito senza sosta nei comuni di Merate, Imbersago, Montevecchia, Olginate, Calco, Valghegrentino, Garlate, Calolziocorte, Carenno e Villa d’Adda da novembre in avanti. 100mila euro in totale il valore della refurtiva, calcolata sulla base delle denunce presentate dai derubati.
Le tre persone detenute a Verona risultano difese degli avvocati d’ufficio Andrea Artusi, Elena Barra e Giuditta Candiani mentre le due tradotte a Bergamo dai legali di fiducia Gianfranco Brancato del foro di Bergamo e Scanio del foro di Termini Imerese.