Merate, 214 morti in un mese: ben cinque volte in più rispetto allo scorso anno

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I dati forniti dall’ufficio anagrafe fotografano una situazione drammatica e dolorosa

Nel conteggio figurano anche i decessi registrati in ospedale: 52 i meratesi scomparsi in un solo mese

MERATE – 214 morti nel marzo 2020 contro i 37 dello stesso periodo del 2019. Sono più che quintuplicati gli atti di morte registrati dall’ufficio anagrafe del Comune di Merate.

A rendere noti i numeri, che rispecchiano il trend regionale e nazionale sull’incremento del numero di decessi confermato anche dal report diramato dall’Istat, è stato il sindaco Massimo Panzeri che già ieri sera, giovedì, aveva invitato la popolazione a rispettare le regole sul distanziamento sociale a fronte dell’alto numero di morti registrate in città.

Nel dato complessivo degli atti registrati dagli uffici di Palazzo Tettamanti trovano spazio anche le persone decedute all’ospedale Mandic ma non residenti in città (162), così come gli ospiti dell’Istituto Frisia (38 le morti avvenute a marzo) e della Rsa Villa dei Cedri (con 16 morti).

52 i meratesi morti

Sono invece 41 le persone morte a Merate e residenti in città e 11 quelle morte in altri ospedali seppur residenti a Merate per un totale quindi di 52 meratesi scomparsi in un mese. Di queste, in 6 casi è certa l’infezione da Covid 19 mentre in 24 è solo sospetta. 12 invece le morti per altre cause.
Un quadro doloroso che fotografa in tutta la sua drammaticità la portata e la vastità della pandemia in corso. Nel marzo dello scorso anno erano stati infatti 37 gli atti di morte registrati a Merate, con 12 residenti contro i 52 riscontrati ora.

Quanto al numero dei casi di infezione da covid 19 sono saliti a 88 con 70 persone in quarantena.

I dati della parrocchia di Sant’Ambrogio

Un drammatico aumento riscontrato anche nel numero di morti registrati dalla parrocchia di Sant’Ambrogio, quella a cui afferiscono i residenti del centro. Sono stati ben 46 i funerali (diventati poi semplici sepolture in base a quanto previsto dal decreto ministeriale) officiati dall’inizio dell’anno, di cui 14 a gennaio, 16 a febbraio e 16 a marzo.

Numeri altissimi come testimoniano i dati scrupolosamente registrati nell’archivio parrocchiale dal sacrestano Franco Crippa. “Nel 2019 siamo arrivata allo stesso numero di funerali a luglio mentre a fine marzo i funerali erano 19. Lo scorso anno, inoltre, le cerimonie funebri officiate sono state complessivamente 81. Oggi siamo già oltre la metà dopo solo tre mesi”. Un trend decisamente preoccupante.