“Metastasi”: uniti i due filoni, 17 gli imputati a processo

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    Tribunale di Lecco (1)LECCO – Dopo la pausa estiva ha ripreso quest’oggi, mercoledì 9 settembre, il processo scaturito dall’indagine Metastasi, condotta dalla Dda di Milano sulle presunte infiltrazioni della ‘Ndrangheta nel lecchese e che nell’aprile 2014 aveva portato agli arresti volti più o meno noti, anche della politica lecchese (è il caso dell’ex sindaco di Valmdarera Marco Rusconi e dell’ex consigliere comunale Ernesto Palermo).

    La “novità” post vacanze era già stata annunciata ed ufficializzata dal collegio giudicante del Tribunale di Lecco nel corso dell’udienza del 16 luglio: l’unione dei due filoni scaturiti dall’inchiesta, quello “originale” incentrato sulla presunta associazione a delinquere a stampo mafioso e quello “secondario”, relativo al “riciclaggio”, che ha portato a giudizio una decina di imputati, tra cui i figli e la compagna di Mario Trovato.

    Così stamattina in aula sono stati ben 17 gli imputati – non tutti presenti – ad essere nominati, affiancati dai rispettivi legali.

    Presenti in aula sei dei sette imputati di “Metastasi 1”, il cui processo per rito ordinario era cominciato lo scorso novembre: Mario Trovato, Massimo Nasatti, Antonino Romeo, Antonello Redaelli, Marco Rusconi e Claudio Crotta. Assente invece Saverio Lilliu. Tra i “nuovi” volti del processo erano invece presenti due dei quattro figli di Mario Trovato, Giacomo e Stefania Scianna, difesi dall’avvocato Marcello Perillo, Claudio Bongarzone, titolare della Dbm Electronic e difeso dall’avvocato Michele d’Agostino, Claudio Crotta e Alessio Ghislanzoni, difesi dagli avvocati Patrizia e Marilena Guglielmana e Gaetano Mauri, difeso dagli legali Angelo Giuliano e Paolo Camporini.

    Assenti invece Rolando e Franco Trovato, così come la compagna di Mario Trovato Alexandra Ivashkova, sempre difesi dall’avvocato Perillo, la compagna di Bongarzone, Gilvana Goncolvez, difesa dall’avvocato d’Agostino, e Gianguido Mazza, difeso da Antonino Crea (quest’oggi sostituito dal legale Veronica Fumagalli del Foro di Monza).

    Dopo alla costituzione delle parti e l’apertura del dibattimento, tra le primissime questioni avanzate c’è stata quella relativa all’utilizzabilità o meno delle prove dichiarative già assunte nei confronti degli imputati del secondo filone, sollevata dall’avvocato Perillo. Tra le altre cose, il legale lecchese ha precisato la mancanza dei nomi della compagna di Trovato, Alexandra Ivashkova, e della figlia Stefania, nel registro degli indagati della Procura della Repubblica: mancanza sulla quale il Tribunale ha invitato il pm, Bruna Albertini, a condurre le verifiche necessarie.

    Ai difensori del filone bis non è rimasto che riservarsi sulla questione utilizzabilità delle prove dichiarative: “Non sappiamo di cosa stiamo parlando – ha esordito l’avvocato Giuliano – essendo praticamente vergini in questo procedimento. Non possiamo quindi prendere ora una posizione, ci riserviamo di evitare di richiedere prove già assunte dopo la lettura del fascicolo”. Posizione condivisa dalle altre difese.

    Per parte sua, il pubblico ministero Albertini ha richiesto al Tribunale l’acquisizione dei documenti già prodotti e le trascrizioni delle intercettazioni disposte in via preliminare, oltre che i verbali dei testimoni già ascoltati.

    Il collegio giudicante, presieduto dal giudice Enrico Manzi, dopo aver ascoltato le richieste di accusa e difese, ha disposto l’audizione di quattro tesi per ogni difesa e l’acquisizione dei documenti e delle relazioni dei servizi di osservazione condotti durante l’indagine, oltre che i registri delle trascrizioni integrali.

    La prossima udienza è fissata per il 15 ottobre prossimo, dove verrà (ri)ascoltato il capitano Andrea Baldassarro, del Gico di Milano, primo teste dell’accusa nel nuovo “riunito” processo.