I funerali si terranno lunedì 13 ottobre alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di Sant’Eufemia a Oggiono
LECCO – Si è spento Claudio Redaelli, uno dei volti più rappresentativi del giornalismo e della vita pubblica lecchese. I funerali si terranno lunedì 13 ottobre alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di Sant’Eufemia a Oggiono. Lascia il figlio Massimo e un’eredità di impegno civile, politico e culturale che ha segnato profondamente la storia del territorio.
Nato il 21 settembre 1932, era arrivato a Lecco nel dicembre del 1948 per partecipare al primo congresso della Federazione lecchese del Partito Comunista Italiano, Redaelli legò da subito la propria vita alla città e alla provincia. Giovanissimo, durante la Seconda Guerra Mondiale, aveva collaborato con i gruppi partigiani locali, mantenendo contatti e portando messaggi ai resistenti. Non dimenticò mai il tragico eccidio di tredici partigiani a Barzio, episodio che ricordò più volte nelle celebrazioni del 25 Aprile.
Suo primo impiego lavorativo fu in una falegnameria poi, dopo il conflitto, venne assunto come operaio presso la ditta Officine Mecchaniche Magnoni di Oggiono dove tenne il primo comizio (era il 14 luglio del 1948), continuando di fatto la sua militanza politica. Iscritto al PCI dal 1948, entrò nella segreteria della Federazione lecchese, dove rimase dal 1957 al 1970, contribuendo alla formazione di un gruppo dirigente che avrebbe segnato la storia locale della sinistra.
Uno dei ricordi che Redaelli amava più di ogni altro riguardava il viaggio in Jugoslavia del 1960, esperienza di cui parlava spesso con orgoglio. Fece parte, infatti, di una delle prime delegazioni del PCI inviate dalla direzione del partito per un soggiorno di sessanta giorni di studio e confronto. Visitò fabbriche, università e centri culturali nelle diverse Repubbliche jugoslave, incontrando dirigenti della Lega dei Comunisti e, a Belgrado, lo stesso Presidente Tito insieme ai principali ministri. Un’esperienza che lo segnò profondamente e che ricordava come un momento di grande crescita politica e personale.
Nel corso della sua vita, Redaelli ricoprì numerosi incarichi pubblici: consigliere comunale a Oggiono, per tre mandati consigliere provinciale a Como, e vicepresidente dell’ospedale di Lecco dal 1963 al 1981.
Accanto alla politica, il giornalismo fu la sua seconda casa. Fondatore e direttore del periodico “Il Punto Stampa” di cui ne andava orgogliosissimo, prima nella versione cartacea e poi in quella online. La svolta nel mondo del giornalismo avvenne nel 1970 all’allora ristorante “Orestino” di Lecco dove, durante una cena con Aldo Tortorella e Armando Cossutta gli venne chiesto di cambiare lavoro. Due le “chances”: a Roma nella sede le partito o a Milano al quotidiano L’Unità. Redaelli scelse la seconda proposta.
L’impegno di Redaelli si tradusse anche in una ricca produzione editoriale. Tra le sue opere principali, la trilogia “L’Adda, il nostro fiume” e i tre volumi “Pietre di fede – Chiese e campanili della città di Lecco”, realizzati insieme ad Angelo Sala.
Con la sua scomparsa, Lecco perde un testimone autorevole e appassionato della propria storia. Claudio Redaelli lascia il ricordo di un uomo rigoroso ma generoso, capace di coniugare impegno e umanità, convinto che informare, partecipare e ricordare fossero i modi più autentici per servire la comunità.

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