Da Bulciago alla Siria per combattere con l’Isis, Koraichi ora vuole tornare in Italia

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Mohamed Koraichi con uno dei suoi figli in una delle immagini inviate all'amico Moutaharrik

Mohamed Koraichi è stato intervistato dal giornalista Fausto Biloslavo: è prigioniero in un campo curdo

Il combattente ha lanciato un appello: “Sono prigioniero e ferito. Voglio tornare in Italia: sono pronto a consegnarmi”

BULCIAGO – “Adesso sono prigioniero e ferito. Spero di tornare in Italia”. A parlare è Mohamed Koraichi, 34 anni, cittadino italiano dal 2013, da quattro anni in Siria. Lo ha incontrato nei giorni scorsi il giornalista Fausto Biloslavo, che ha raccontato la sua storia sulle pagine de Il Giornale. Biloslavo ha spiegato di aver incontrato il marito di Alice Brignoli grazie a Barzan Jabar, la sua guida locale che l’ha scovato pochi giorni fa in una prigione dei curdi nella zona di Al Hassaka, nel Nord Est della Siria, dove sono detenuti circa mille combattenti dell’Isis, soprattutto stranieri. Mohamed si è raccontato. Ha spiegato di essere venuto in Siria per poter vivere con la famiglia nel vero Islam. “Nel Califfato – ricorda – arrivava gente da tutto il mondo. All’inizio si stava bene. Poi è intervenuta l’aviazione, che bombardava dappertutto, di continuo. Adesso sono prigioniero e ferito. Spero di tornare in Italia”.

Su di lui un’inchiesta del Ros

Il terrorista, riporta ‘Il Giornale’, “non ammette di avere imbracciato le armi, ma l’inchiesta che lo riguarda portata avanti dai carabinieri del Ros di Milano ha raccolto numerose prove. Negli atti vengono citati ‘riscontri’ sull’’addestramento militare’ di Koraichi, che ha partecipato ‘quale mujahed alle azioni violente decise dall’organizzazione terroristica’. E sarebbe stato riconosciuto in alcuni filmati del Califfato mentre partecipava all’attacco di un aeroporto dove sono stati uccisi 250 soldati siriani, molti sgozzati. “Come tutte le guerre ci sono stati degli errori compiuti anche dallo Stato islamico”, dice ancora il jihadista, partito con la famiglia da Bulciago. Dopo i tempi d’oro a Raqqa “ci spostavamo da un posto all’altro e siamo finiti circondati a Baghuz”. Racconta ancora Koraichi: “Sono stato ferito. Quando hanno aperto un corridoio umanitario mi sono consegnato assieme alla famiglia”. Adesso “la situazione è critica. Da mesi non sappiamo quale sarà la nostra sorte. Nessuno ci ha processato. Il futuro è buio”.

Era il mentore del pugile dell’Isis

Dalla Siria, ricorda Il Giornale, “mandava le immagini di quando addestrava i figli piccoli a sparare con il kalashnikov. Una serie di inchieste hanno rivelato che era il mentore del ‘pugile dell’Isis’, l’operaio Abderrahim Moutaharrik, che abitava a Lecco” che “sta scontando nel carcere di Sassari una condanna a 6 anni per terrorismo internazionale. E il presidente Sergio Mattarella gli ha tolto la cittadinanza italiana”. Il tramite tra i due “era Wafa Koraichi, la sorella del terrorista rispuntato in Siria, pure lei arrestata, condannata ed espulsa questa estate. Koraichi, dopo il crollo dell’Isis, era stato dato per disperso o morto. E invece è dietro le sbarre dei curdi”. Adesso si sente con l’acqua alla gola: ‘Mi appello all’Italia. Sono in prigione da nove mesi pronto a consegnarmi'”.