Pescate. Parla il titolare del pub Le Officine: “Locali sicuri come il mio ce ne sono pochi”

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Il pub Le Officine a Pescate

Alessio Ascoli risponde al sindaco di Pescate dopo l’ordinanza restrittiva nei confronti della sua attività, teatro di uno spiacevole episodio lo scorso ottobre

“Se qualche schiamazzo crea allarme alla cittadinanza è perché è stato strumentalizzato e raccontato male”

PESCATE – “Sono un imprenditore e mi rimboccherò una volta in più le maniche e stringerò i denti per difendere i principi in cui credo”. Alessio Ascoli, titolare del pub Le Officine, risponde al provvedimento del sindaco Dante De Capitani che nei giorni scorsi ha annunciato restrizioni per il locale, in seguito ad una rissa avvenuta lo scorso ottobre. Nello specifico, per 30 giorni, fino al 28 dicembre, il pub non potrà vendere alcolici dopo le 22 e sarà costretto a chiudere a mezzanotte. Nel motivare l’ordinanza, il sindaco De Capitani aveva messo in dubbio la corretta gestione della sicurezza nel locale, definendo “intollerabili certe leggerezze” che, sempre a sua detta “con la precedente gestione non si erano mai verificate”.

Parole a cui l’imprenditore ha risposto prontamente. Ecco il suo intervento.

“La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani. Si fa tutti i giorni, e si combatte nel concreto non con un segno sul viso da parte dei calciatori o con un nastrino colorato.

Io gestisco diverse attività commerciali e non posso permettere che le giovani donne che vengono nei miei locali possano essere oggetto di violenza. È imbarazzante che chi gestisce la cosa comune crocifigga una attività commerciale solo perché abbiamo allontanato 4 mele marce che stavano infastidendo delle ragazzine. Vorrei vedere se queste ragazze fossero le figlie o le nipoti di chi prende questi provvedimenti sarebbe stato lo stesso.

Sono sicuro di avere fatto la scelta giusta e ne vado fiero: la rifarei. Mettere davanti gli slogan ai diritti di una singola donna mi sembra esagerato. Ho chiesto diverse volte di chiarire l’episodio e lo chiederò ancora, alla amministrazione e dovró farlo anche in Tribunale.

Locali sicuri come il mio ce ne sono pochi. Se qualche schiamazzo crea allarme alla cittadinanza è perché è stato strumentalizzato e raccontato male. Nel mio locale non si possono commettere abusi, soprattutto da parte di gente che non è nemmeno nostra cliente.

Sono un imprenditore e mi rimboccherò una volta in più le maniche e stringerò i denti per difendere i principi in cui credo”.