Trovata morta un’altra pecora: era riuscita a scappare dall’assalto compiuto a fine dicembre dal lupo
Martedì call tra Regione e allevatori per affrontare la questione. Intanto Ersaf ha già posizionato le prime reti anti lupo nell’allevamento colpito
MISSAGLIA – Un’altra pecora sbranata dal lupo nel Parco del Curone. E’ successo subito dopo l’Epifania quando, sempre in Valle Santa Croce, è stata trovata la carcassa di una pecora. L’ovino era riuscito a scappare durante l’assalto consumato poco prima della fine dell’anno quando erano state uccise 13 su 18 pecore del gregge ospitato in un allevamento all’aperto.
Durante il blitz del lupo, la pecora, di razza brianzola, era riuscita a dileguarsi dall’ovile scappando nei boschi intorno, spaventata e terrorizzata per l’accaduto. Lo stesso pastore aveva provato poi nei giorni successiva a riportarla con sé, ma l’animale (visto in giro per i boschi fino al giorno prima dell’uccisione) non si era fatto avvicinare, ancora sotto choc per lo spavento e la paura di quanto successo nei giorni precedenti. Il lupo però è riuscito a trovarla, attaccandola e uccidendola.
Il sopralluogo effettuato dal veterinario dell’Ats venerdì pomeriggio ha confermato che ad agire è stato il lupo, molto probabilmente lo stesso che ha messo a segno i precedenti colpi, sempre in zona. Oltre infatti all’assalto di fine dicembre, il lupo aveva infatti colpito a ottobre, uccidendo sempre un ovino. Le modalità dell’attacco avevano portato subito gli esperti, coordinati dai carabinieri forestali, a chiedere un supplemento di indagine, prelevando i campioni di saliva ancora presenti sull’ovino morto per mandarli a esaminare in un laboratorio specializzato a Trento.
Gli esiti avevano confermato che ad agire era stato il lupo accendendo così i riflettori su due casi, avvenuti in estate, in cui erano state trovate morte delle pecore in località Bagaggera e in valle Santa Croce. Il Parco di Montevecchia e del Parco del Curone si è così subito mosso per entrare a far parte del gruppo di lavoro guidato da Regione ed Ersaf per gestire al meglio la questione del ritorno del lupo in zona, mettendo in atto anche le misure di compensazione e indennizzo per gli allevatori che hanno subito danni da animali predatori.
Proprio domani, martedì 12 gennaio, come conferma il presidente Marco Molgora è in programma una call tra gli esperti regionali e gli allevatori del Parco per parlare delle possibili strategie da mettere in atto per garantire la coesistenza del lupo (che è animale protetto) e quella delle attività dell’uomo, in primis quelle di allevamento.
Il ritorno del lupo nelle zone anche più basse e abitate della nostra Regione è infatti una questione affrontata e analizzata in diversi studi e ricerche, promossi grazie anche a contributi forniti dall’Unione Europea. L’ultimo di questi, WolfAlpsEu vede riuniti esperti di quattro Stati Europei (Italia, Francia, Austria e Slovenia), impegnati nel fornire soprattutto un’informazione attenta e dettagliata su una dinamica, quella del ritorno del lupo, che può anche spaventare o creare contrapposizioni sociali.
Tra le misure di tutela e coesistenza tra uomo e lupo, ci sono anche quelle che prevedono l’installazione di adeguati sistemi di protezioni negli allevamenti o nei luoghi giudicati più sensibili. Ersaf si è già mossa nei giorni scorsi per posizionare le reti antilupo nel recinto all’aperto colpito dal predatore negli ultimi giorni.
Le foto trappole posizionate in zona non hanno per ora immortalato l’animale, le cui impronte da 12 cm erano apparse nitidamente sulla neve la mattina dopo la razzia di pecore a fine dicembre.