Spaccio nel lecchese: otto arresti. L’eroina torna a fare paura

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Il questore Guglielmino   e il dirigente della Squadra Mobile , Marco Cadeddu, alla conferenza stampa in Questura durante la quale è stata illustrata l’operazione anti-droga

 

LECCO – Quattro batterie di spacciatori, centinaia di clienti e un volume d’affari di due milioni di euro in meno di un anno: è quanto emerso dall’ultima operazione anti-droga messa a segno dalla Squadra Mobile di Lecco che ha permesso di risalire a 14 soggetti dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti nel lecchese.

Otto quelli che i poliziotti sono riusciti a catturare tra Lecco, Garbagnate Monastero, Inverigo, Novara e Milano, mentre gli altri restano ricercati, probabilmente hanno fatto ritorno in Marocco, terra di origine di quasi tutti gli arrestati, tranne uno di nazionalità senegalese.

 

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Silvia Zannini, ha preso avvio nell’aprile 2016, a seguito di mirati servizi di osservazione e studio del comportamento di alcuni pusher che operavano in modo particolare nei pressi delle stazioni ferroviarie di Civate e Sala al Barro; non a caso l’operazione ha preso il nome di “Capolinea”, spesso i consumatori raggiungevano la zona di spaccio da diverse province lombarde a bordo di treni per poi fermarsi in queste stazioni e poi consumare, nei boschi adiacenti alla stazione, le sostanze acquistate.

Ancora una volta il giro di spaccio ha riguardato diversi Comuni della provincia ( Annone Brianza, Lecco, Barzanò, Molteno, Nibionno, Suello, Civate, Galbiate, Garbagnate Monastero, Castello Brianza). A Pescarenico è stato fermato un 42enne marocchino, secondo gli agenti era il pusher che vendeva droga all’interno del parco di Villa Gomes a Maggianico,  spacciandola anche ai ragazzini che ‘bigiavano’ la scuola. 

Erano stati i cittadini del rione a mettere in luce la situazione e a chiedere controlli e più sicurezza; grazie a  quelle denunce il Comune ha installato diverse telecamere per sorvegliare il quartiere (vedi articolo).

 

 

“La Statale 36 è ancora un luogo di incontro tra spacciatori e clienti, ma in alcuni casi gli scambi avvenivano anche nelle vie interne dei paesi, nelle piazze ed anche con consegne a domicilio – ha spiegato il dirigente della Squadra Mobile, Marco Cadeddu – il metodo era ben collaudato: un ‘centralinista’ prendeva le ‘ordinazioni’ dei clienti per poi gestire le consegne con i numerosi ‘cavallini’ presenti sul territorio, che utilizzando auto intestate a prestanome o auto a noleggio portavano la droga”.

IL VIDEO – La perquisizione a casa a Pescarenico dello spacciatore di Villa Gomes

 

Le batterie erano in concorrenza tra loro, al punto da litigarsi territorio e clienti, arrivando alle minacce e alle percosse per garantirsi la piazza. Spacciatori con una spiccata imprenditorialità, ha sottolineato Cadeddu: “I compratori venivano fidelizzati, a volte con migliori offerte, venivano avvisati se c’erano partite di qualità superiore, con maggiore attenzione alle richieste dei clienti”.

Hashish, cocaina sopratutto ma anche eroina: “Purtroppo stiamo riscontrando un aumento nell’acquisto di quest’ultima – ha sottolineato il capo della Mobile – i prezzi sono bassi e questo la rende accessibile ad una platea maggiore di acquirenti. Si sta tornando alle siringhe, quindi all’uso in vena della sostanza”. La droga veniva venduta al prezzo di 40 euro per dose di cocaina, 20 euro a grammo per l’eroina e 5 euro a grammo per l’hashish.

Il dirigente della Squadra Mobile, Marco Cadeddu

 

Nel mezzo ci finiscono anche giovani e giovanissimi, con gravi episodi di degrado sociale: è il caso di due ragazze ventenni che, pur di avere gratis le dosi di eroina, si concedevano regolarmente agli spacciatori, altri giovani invece approfittavano degli oggetti di valore trovati nelle proprie case (cellulari, collanine, gioielli) barattandoli con lo stupefacente.

Ora gli  arrestati sono nelle carceri di Pescarenico, San Vittore e Como. “Sei mesi fa, in un’analoga operazione – ha ricordato il questore Filippo Guglielmino – era rimasto ferito gravemente un nostro poliziotto – l’agente Sebastiano Pettinato (ndr) qui l’articolo – che ora fortunatamente sta meglio. Ma se qualcuno, italiano o straniero, pensa che ci mettiamo paura o timore, dimostra di non sapere di che tempra sono fatti gli uomini e le donne della Polizia di Stato. Dietro la Squadra Mobile c’è tutta la Questura di Lecco”