Vendevano merce contraffatta, confiscato il loro appartamento a Malgrate

Tempo di lettura: 2 minuti

Contraffazione, confiscato un appartamento a Malgrate

Marito e moglie al centro dell’inchiesta aperta nel 2010

MALGRATE – Un appartamento dal valore di 600 mila euro, sito a Malgrate, che non era solo la loro casa ma era diventato luogo di vendita di merce non in regola, attività messa in piedi da due coniugi di Malgrate e che ora, insieme all’auto utilizzata dai due, è stata definitivamente confiscato.

Sono stati i Finanzieri,  coordinati dal comandante del gruppo di Lecco, il capitano Luigi Pappalardo,  ad eseguire il provvedimento confisca definitiva dell’immobile a anche di un’autovettura di grossa cilindrata in uso a B. P.  finita al centro dell’inchiesta insieme al coniuge.

Il provvedimento, disposto dal Tribunale di Lecco, giunge a conclusione di un lungo iter giudiziario che ha fatto seguito a complesse indagini condotte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Lecco, a partire dal 2010, nell’ambito dell’operazione denominata “Shopping in Hong Kong”.

Le indagini di polizia economico-finanziaria condotte dai finanzieri lecchesi, coordinati dalla Procura della Repubblica di Lecco, portarono alla luce  quello che viene definito “un articolato sistema fraudolento di introduzione nel territorio nazionale, provenienti da Hong Kong, di articoli di abbigliamento recanti marchi contraffatti delle più note griffes nazionali ed estere”.

Gucci, Tiffany & Co., Chanel, Prada, Fendi sono alcuni dei marchi commercializzati illegalmente.  Gli articoli, secondo quanto scoperto dai finanzieri, venivano successivamente rivenduti dagli indagati su tutto il territorio nazionale come prodotti autentici ma recanti alcuni lievi difetti di produzione.

Uno dei primi casi nazionali di confisca di immobili nell’ambito della contraffazione

L’Autorità Giudiziaria, nel dicembre 2010, aveva emesso un decreto di sequestro preventivo sui beni mobili ed immobili impiegati per la commissione degli illeciti, provvedimento cautelare fra i primi in Italia.

Nell’agosto 2018 il Tribunale di Lecco, pur avendo dichiarato l’estinzione dei reati per il positivo superamento da parte degli indagati della “messa alla prova”, aveva disposto la confisca dei beni sequestrati in quanto ritenuti strumentali alla commissione degli illeciti; la confisca è stata quindi definitivamente confermata con la pronuncia, nell’aprile 2019, della I Sezione Penale della Corte di Cassazione.

“Il provvedimento di confisca obbligatoria appena eseguito – spiegano dal Comando della Guardia di Finanza di Lecco – nell’ambito del contrasto alle filiere del falso, costituisce uno dei primi casi nell’intero panorama nazionale in attuazione delle norme repressive rafforzate dal Legislatore nel 2009 e conferma l’efficacia dell’azione svolta sul territorio dalle Fiamme Gialle Lecchesi a tutela dell’economia legale”.