La comunità di Erve celebra il rito della castagna e valorizza il borgo di Nesolio, custode della tradizione contadina
Appuntamento a domenica 16 novembre alle 10
ERVE – Tra i boschi della Val San Martino, dove il tempo sembra scorrere più lento, a Nesolio si rinnova un rito che unisce memoria, comunità e tradizione. Anche quest’anno, un gruppo di cittadini di Erve salirà al borgo per celebrare l’antico ciclo dell’essiccazione e della battitura delle castagne, gesto che per secoli ha scandito l’arrivo dell’inverno e segnato la vita contadina di queste montagne.
Promossa dall’Associazione Pro Erve in collaborazione con il Comune, l’iniziativa, aperta a tutti e in programma domenica 16 novembre, invita a riscoprire un patrimonio culturale prezioso, che resiste nonostante il borgo sia oggi quasi disabitato. Un’occasione per ritrovare radici, profumi e sapori che ancora parlano della storia e dell’anima di questa comunità.

Nesolio è un suggestivo borgo montano del Comune di Erve, adagiato a 695 metri d’altitudine nel cuore della Val San Martino. Rappresenta un prezioso esempio di architettura rurale alpina: case, stalle e fienili in pietra locale, impreziositi da elementi in legno di ciliegio e castagno, si dispongono lungo vicoli stretti che culminano in una piccola piazza nella parte più alta dell’abitato.
Le sue origini sono molto antiche. Una memoria manoscritta dell’Ottocento ipotizza una presenza umana già in epoca franca, mentre studi sulle murature collocano le strutture più antiche al XIV secolo. Per questo, Nesolio è ritenuto il nucleo storico della Val d’Erve, un tempo collegato alla frazione Torre da un’antica mulattiera.
Attorno al borgo si sviluppava un articolato sistema agricolo: orti e prati nelle zone più basse, e terrazzamenti a monte, sostenuti da scarpate e muretti a secco, che raccontano la sapiente relazione tra uomo e montagna.

All’inizio del Novecento, Nesolio ospitava circa 170 abitanti; poi, il progressivo spopolamento ha via via svuotato il borgo, fino a lasciare oggi una sola coppia residente, Roberto e Stella, custodi appassionati di questo luogo fuori dal tempo. In questo angolo di montagna sopravvive ancora il ritmo lento e autentico della vita contadina, fatto di silenzi, stagioni e gesti antichi.
Tra i riti più suggestivi che ancora si rinnovano ogni autunno c’è quello dell’essiccazione e della battitura delle castagne, alimento un tempo essenziale per la sopravvivenza delle comunità di montagna. Nei due essiccatoi ancora in funzione, i frutti vengono disposti al piano superiore, mentre al piano terra arde un fuoco leggero e costante che li asciuga lentamente per circa tre settimane.
Terminata la fase di essiccazione, arriva il momento della battitura: le castagne vengono versate in una “pila” ricavata da un tronco e battute ritmicamente da quattro persone con mazze di legno. È un gesto antico, quasi una danza collettiva, che richiama il tempo in cui lavoro, tradizione e comunità erano inscindibili.

L’ultimo passaggio è la vagliatura: con un setaccio in vimini si separano i frutti dai gusci, pronti per essere conservati, bolliti o trasformati in farina, custodi di un sapore semplice e profondamente legato alla montagna
Con questa apertura, l’intento è quello di coinvolgere cittadini, viandanti e appassionati, condividendo con generosità i tesori di Nesolio e accogliendo chiunque desideri riscoprire il valore autentico della vita contadina.


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