LECCO – Lo psichiatra riluttante, Piero Cipriano, torna a raccontare di depressi, schizoidi, suicidi, hikikomori, nichilisti, rom, migranti, cristi in croce e anormali d’ogni sorta, nel suo terzo libro.
La società dei devianti (Elèuthera 2016) è un testo che non perde il tratto acuto della scrittura leggera e del critico che ha caratterizzato il suo esordio e completa così una trilogia che fornisce, anche ai non esperti, un quadro di insieme dei servizi di salute mentale e delle pratiche psichiatriche.
Nel suo primo libro, La fabbrica della cura mentale (Elèuthera 2015), Cipriano descriveva il nuovo manicomio moderno, partendo dalla sua decennale esperienza nei Servizi psichiatrici di diagnosi e cura. Nel secondo, Il manicomio chimico (Elèuthera 2015), raccontava come l’abuso o l’uso improprio della farmacologia, degli anti-psicotici, costringa il sofferente psichico in un manicomio composto da muri invisibili.
In questo ultimo libro, si ripresentano entrambi i temi che hanno attraversato i suoi lavori precedenti, inseriti in una riflessione più di respiro su “cos’è un nuovo manicomio illimitato, che è diagnostico, categoriale, che rispecchia questo bisogno diffuso e condiviso di trovare sempre un’etichetta a ognuno”.
Continua a definirsi uno psichiatra riluttante, Piero Cipriano, “uno non accondiscendente ai dogmi della psichiatria e alle sue pratiche, quasi sempre repressive”, uno psichiatra critico, radicale che ama definirsi un disperato creativo anarchico. Uno psichiatra che, con la scrittura, ha dato il via a una nuova forma della sua “disubbidienza”: disobbedire alla regola del segreto “iniziando a scrivere, a raccontare ciò che accadeva, ciò che facevo. A farmi delatore, traditore, a svelare ciò che non va detto: che noi psichiatri leghiamo le persone ai letti. Questo terribile segreto che ci portiamo dentro io l’ho scritto, e l’ho pubblicato. Assumendomi la responsabilità di ciò che ho scritto”.
Così, a partire da spunti quotidiani: dalle esperienze in reparto, dagli incontri con la complessa umanità che passa per i servizi di salute mentale, con i pazienti e le loro paure e con medici abituati al cinismo, Cipriano articola una riflessione puntuale su come, progressivamente, nei servizi, spesso in aperta contraddizione con un discorso pubblico contrario allo stigma, gli psichiatri si trasformino in custodi, chiamati a rivestire una funzione di controllo invece che di cura.
Un testo interessante, godibile, ricco di spunti, che costituisce un’eccezione nel silenzioso mondo degli psichiatri e degli operatori della salute mentale.
Sarà possibile incontrare Piero Cipriano giovedì 23 marzo 2017 alle ore 17.30 al Palazzo delle Paure in Piazza XX Settembre per la presentazione del suo libro, organizzata da Leggermente e Forum Salute Mentale di Lecco