“Archivi di Lecco”. E’ uscito il nuovo numero dedicato a memoria, storia e cultura del territorio

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Copertina Archivi di Lecco
Copertina Archivi di Lecco

Edizione speciale dedicata all’anniversario della Liberazione, arricchita da un diario che racconta la Resistenza

Diario inedito di Antonietta Nogara nei mesi cruciali e drammatici del 1944

LECCO – È uscito in questi giorni il nuovo numero della rivista Archivi di Lecco e della Provincia, storica pubblicazione curata dall’Associazione Giuseppe Bovara. In occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, la rivista propone un documento inedito di grande valore: il diario scritto nell’estate del 1944 da Antonietta Nogara, figlia di Bernardino Nogara, diplomatico e banchiere originario di una nota famiglia bellanese, e moglie dell’avvocato Umberto Osio, ufficiale degli Alpini e Medaglia d’Argento al Valor Militare nella Prima Guerra Mondiale.

“Sfollati da Milano a Bellano nell’autunno del 1942, Antonietta Nogara e il marito non fecero mancare il loro sostegno a chi, dopo l’8 settembre 1943, scelse di lottare per la libertà dell’Italia o cercava salvezza dalla persecuzione politica e razziale tentando di raggiungere la Svizzera. Quando il marito fu costretto alla fuga per evitare l’arresto, Antonietta rimase sola a Bellano con i cinque figli” spiegano i collaboratori.

“Nell’agosto del 1944 venne presa in ostaggio dalla Guardia Nazionale Repubblicana e minacciata di fucilazione se non fossero stati rilasciati tre militi catturati dai partigiani – continuano i collaboratori – Il diario di quei mesi drammatici, curato oggi dal figlio Bernardino Osio, ambasciatore, offre una preziosa testimonianza di fede cristiana, coraggio civile e amore per la propria famiglia, restituendo voce e memoria a una pagina toccante della Resistenza”.

Di particolare rilievo è anche l’ampio studio firmato da Marco Maggioni, noto studioso di storia economica e sociale del territorio lecchese, dedicato al tema della povertà e delle condizioni di vita e di sussistenza tra il Settecento e i primi decenni dell’Ottocento. L’analisi si basa su una solida e articolata documentazione bibliografica e archivistica.

Luigi Ernesto Arrigoni, docente di lettere e studioso della letteratura del Novecento, ricostruisce le tappe del viaggio compiuto a Lecco nel 1940 da Giorgio De Chirico, raccontato dallo stesso artista in un articolo pubblicato quello stesso anno sulla rivista Aria d’Italia. Il testo di De Chirico offre osservazioni curiose e affascinanti sulla città lariana e sui luoghi manzoniani, che anni più tardi egli avrebbe illustrato con la sua inconfondibile cifra stilistica.

Marco Sampietro, noto studioso di storia valsassinese, ricostruisce le vicende di un singolare caso di bigamia che coinvolse un minatore bergamasco attivo in Valsassina nella seconda metà del Cinquecento. Il caso, emerso grazie all’attenta consultazione dei registri parrocchiali di Introbio, offre un’ulteriore conferma del valore degli archivi ecclesiastici non solo per lo studio della vita religiosa, ma anche per la comprensione degli aspetti economici e sociali di un territorio.

Ancora alla Valsassina è dedicato lo studio di Carlo Somaschini, che offre un’ampia panoramica della situazione economica e sociale della valle, con un focus particolare sul paese di Casargo. L’analisi si fonda sulla ricca documentazione raccolta in occasione della redazione del Catasto teresiano, strumento concepito dalle autorità governative per razionalizzare e rendere più equo il sistema fiscale in un’area, come quella valsassinese, tradizionalmente avvantaggiata da privilegi storici e dominata da poche famiglie influenti, tra cui spiccavano i Manzoni, legate all’attività estrattiva e siderurgica.

Completano il numero le sezioni dedicate al Notiziario e alle Recensioni, che offrono una panoramica aggiornata sulle iniziative culturali e sulle nuove pubblicazioni riguardanti il territorio lecchese.

La rivista, pubblicata da Cattaneo, è disponibile in abbonamento sul sito dell’editore, presso la libreria Cattaneo di Lecco, oppure contattando direttamente l’Associazione Bovara all’indirizzo associazione.bovara@gmail.com