In Alta Valsassina, affreschi e murales narrano leggende e antichi mestieri, trasformando i borghi in custodi viventi della storia locale
“Con i borghi dipinti, la Lombardia dimostra come l’arte possa diventare parte della vita quotidiana dei paesi”
LECCO – In Lombardia ci sono luoghi in cui l’arte non si rinchiude nei musei, ma si diffonde all’aperto: sulle facciate delle case, lungo i vicoli e nelle piazze. I muri raccontano mestieri e tradizioni, custodiscono leggende locali e trasformano edifici pubblici in grandi tele che raffigurano santi, contadini e storie del passato.
Sono i borghi dipinti: piccoli centri in cui la pittura si intreccia con la vita quotidiana, trasformando le strade e le case in un museo a cielo aperto. Un patrimonio che fonde creatività popolare e radici storiche, offrendo nuove opportunità per il turismo culturale e la valorizzazione del territorio.
Proprio nei giorni di fine estate, quando si fa più forte il desiderio di scoprire luoghi autentici, lontani dalle rotte più battute, questi borghi diventano mete ideali per un viaggio culturale tra arte e natura.
“In Lombardia – ha dichiarato l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso – la bellezza non è solo nei grandi musei o nei centri storici, ma anche nelle località meno note. Qui l’arte sui muri racconta memorie, leggende e tradizioni popolari. Valorizzare questi luoghi significa far conoscere le comunità, rafforzare il legame con il territorio e offrire ai visitatori esperienze autentiche di scoperta”.
In Alta Valsassina, a Parlasco, quattordici affreschi raccontano la leggenda di Lasco, il bandito che di giorno si mostrava come un benefattore e di notte agiva da predone, reso celebre da un romanzo storico di Antonio Balbiani. Sempre nel Lecchese, a Taceno, i murales lungo via Vittorio Emanuele, realizzati nel 2007, restituiscono memoria ad antichi mestieri e botteghe del passato.
Ad Arcumeggia, frazione di Casalzuigno (Varese), le case si animano di colori fin dagli anni Cinquanta, grazie a dipinti che raffigurano scene di vita quotidiana: è stato il primo borgo italiano a trasformarsi in un museo a cielo aperto. Nel 1957 nacque qui la Casa del Pittore, che ancora oggi ospita artisti e conserva le loro opere.
Sempre nel Varesotto, a Cadero, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brescia hanno impreziosito i vicoli con mosaici, tanto da far definire il borgo un “luogo dove si respira l’arte”. A Peveranza, frazione di Cairate, un itinerario di pannelli dipinti racconta le antiche attività lavorative del paese, collocati proprio nei luoghi in cui un tempo si svolgevano.
A Caglio (Como), la memoria si intreccia con l’arte di Giovanni Segantini: quindici tavole a grandezza naturale, più una collocata in un belvedere poco fuori dal paese, compongono il suggestivo “Percorso Segantini”.
Non lontano, a Cadorago, si trova il più grande museo a cielo aperto d’Italia, con oltre trecento opere tra pittura, scultura e ceramica, realizzate da artisti italiani e internazionali. Sul Lago di Lugano, a Claino con Osteno, il progetto “Borgo dipinto Claino”, avviato nel 2015, ha dato vita a più di cinquanta opere diffuse tra le vie del paese: un itinerario artistico tutto da esplorare, come in una vera e propria caccia al tesoro.
A Calcio (Bergamo), circa cinquanta murales realizzati da artisti nazionali e internazionali raccontano la storia e la quotidianità del paese, trasformandolo in una galleria d’arte a cielo aperto. A Belprato (Brescia), frazione di Pertica Alta, ogni estate il progetto “Belprato Paese Dipinto” arricchisce i muri del borgo con nuove opere a tema libero, che spaziano dalla memoria collettiva a suggestive visioni di fantasia.
Inoltre, a Gravellona Lomellina (Pavia) l’arte non si ferma alle facciate: colora marciapiedi, tetti e persino le cabine elettriche, tanto da valere al borgo il nome di “paese d’arte”. A Guidizzolo (Mantova), quattro edizioni del progetto tra il 2007 e il 2010 hanno dato vita a una serie di affreschi ispirati a temi come la velocità, la moda e la pace. In provincia di Cremona, a Crotta d’Adda, il percorso “Crotta Dipinta”, nato nel 2007, fonde arte e natura: gli affreschi raccontano l’acqua, il fiume e i paesaggi che lo circondano.
“Con i borghi dipinti – ha aggiunto Caruso – la Lombardia dimostra come l’arte possa diventare parte della vita quotidiana dei paesi. Ogni murales racconta mestieri, storie e identità locali: visitarli significa conoscere davvero le comunità che li abitano e il loro legame con il territorio”.
“Questo patrimonio diffuso – ha concluso l’assessore regionale alla Cultura – in vista di Milano-Cortina 2026 rappresenta un’occasione per far conoscere al mondo un’altra Lombardia: non solo le grandi città e le montagne, ma anche i piccoli borghi che custodiscono storia, arte e tradizioni. Luoghi che diventano parte integrante di un viaggio culturale autentico e accessibile a tutti”.

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