L’attore è arrivato in città nel pomeriggio per introdurre la proiezione di “Umberto D.”, di Vittorio De Sica
La visione del cinema del passato e la sua lunga carriera artistica fanno da fil rouge agli interventi. In centinaia ad ascoltarlo in piazza Garibaldi
LECCO – Attore, regista, sceneggiatore, comico; un’istituzione nel panorama cinematografico italiano: Carlo Verdone si racconta, in una piazza Garibaldi gremita, stimate un centinaio di persone, durante il penultimo evento del Lecco Film Fest. E il suo intervento, da buon artista della risata, è cominciato con una battuta, che ha strappato subito riso e applausi: “Grazie per questa meravigliosa accoglienza, sono commosso. Rimango sempre stupito dal modo in cui mi chiedete l’autografo, c’è una certa signorilità: domandate il permesso, se potete rubarmi due secondi per un selfie. A Roma invece me danno una pacca che me rompono la schiena (in dialetto romano, ndr)”.
Fan, appassionati di pellicole e curiosi hanno iniziato a prendere posto, domenica sera, di fronte al palco allestito ad hoc, diverse ore in anticipo. Verdone si è concesso a interviste e, prima dell’intervento, selfie e autografi. Proprio quelli su cui successivamente avrebbe scherzato.
Il momento prosegue: fra racconti divertenti e retroscena sui set, Verdone ha ripercorso anni di carriera. Dagli albori con i film sperimentali, con una camera comprata a 70 mila lire facendo colletta fra i familiari: “Erano immagini che prendevano vita dal tramonto all’alba, era tutto astratto, erano visioni, un po’ psichedeliche. Mando ‘Poesia notturna’ a un concorso a Tokyo, dopo venticinque giorni arriva un telegramma: avevo vinto il primo premio”, continua l’attore. Poi l’incontro con Rossellini, che credette in lui.
Per Verdone è un ritorno al Lecco Film Fest – il festival organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e promosso da Confindustria Lecco e Sondrio. L’anno scorso il Covid aveva fermato il suo arrivo “in presenza” in città: Verdone, però, non era voluto mancare e in collegamento video, aveva presentato al pubblico una delle pellicole da lui più amate, Ordet di Carl Theodor Dreyer.
Verdone è arrivato a Lecco nel pomeriggio: la sua presenza ha riempito, alle 15.30, il Cinema Nuovo Aquilone dove il suo intervento ha preceduto la proiezione di “Umberto D.” di Vittorio De Sica, con l’introduzione di Rosario Tronnolone, redattore Radio Vaticana –
Vatican News. Nelle parole di Verdone c’è tutta l’appassionante visione del cinema del passato e il forte legame verso l’opera di De Sica.
In piazza Garibaldi, invece, l’incontro è informale: una chiacchierata, fra applausi e soprattutto risate. A dirigere l’intervista sono Marina Sanna e Valerio Sammarco della Rivista del Cinematografo.
Ed è in una frase pronunciata durante quest’ultimo che può essere riassunta l’essenza di Verdone: “Andavo in cerca di racconti dal vinaio, dal calzolaio… vedevo un apparato umano molto interessante, le battute, i tic, i difetti, le fragilità, i ragionamenti. Non sono diventato un imitatore di voci, sono diventato un imitatore di anime e cercavo di portarle con la lente di ingrandimento al pubblico”.
La galleria fotografica dell’incontro in Piazza Garibaldi
La galleria fotografica dell’incontro al Cinema Nuovo Aquilone
(Foto di Alessandro Menegazzo)